Sei in: News » Riflessioni /Curiosità » La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte....
03/01/2015, 21:46

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte....

La Befana, personificazione dell’ Epifania (dal greco ‘epiphaneia’cioè manifestazione, apparizione ‘della divinità), ricorda l’omaggio che i Re Magi offrirono a Gesù quando nacque. Nel Medioevo l’ Epifania rappresentava la “Dodicesima notte” nel periodo tra Natale e il 6 gennaio. Da questo periodo dipendeva il raccolto futuro e quindi la sopravvivenza del nuovo anno. Durante queste notti i contadini credevano di vedere volare sopra i campi seminati delle figure femminili  per propiziare la fertilità dei futuri raccolti da cui il mito della figura "volante". Tra esse  raffiguravano Diana, dea della fertilità, Sàtia dea della sazietà, oppure Abùndia, dea dell'abbondanza, ma  la Chiesa condannò queste figure pagane considerandole streghe, divinità infernali.

Ma perché la Befana ha l’aspetto da vecchia? Sarebbe una raffigurazione simbolica dell'anno vecchio, trascorso. Molti i riti apotropaici che vedono nella tradizione di bruciare fantocci vestiti di abiti logori, l’annullamento di influssi maligni e al tempo stesso, un atto propiziatorio per l’abbondanza e la fertilità dei campi. E perché porta il carbone?  Il carbone vuol essere un castigo e un monito, che ha una funzione grossolanamente educativa per l'infanzia e che attribuirebbe alla Befana un ruolo marcatamente punitivo. . E’ l’immagine del peccato che annerisce l'anima (o comunque la propria coscienza!).
Dalla quantità trovata nella calza, il bambino ricava la misura dei suo comportamento, il giudizio di chi è (o dovrebbe) essere preposto alla sua educazione.  Secondo alcuni studiosi, il "carbone" simboleggerebbe tradizionalmente l'energia presente nel ventre della Terra, il fuoco nascosto, pronto a rivivere, acceso dal primo sole primaverile.
Per questo, per esempio, alcune popolazioni celtiche usavano scendere per le strade, allo scoccare della mezzanotte che inaugurava il nuovo anno, donandosi pezzi di carbone (tratto da storie della tradizione popolare del Prof.Vincenzo De Rosa)

Diversi i rituali in varie parti del mondo: in Francia si fa un dolce speciale al cui interno si nasconde una fava e chi la trova viene nominato Re o Regina della festa. In Spagna i bambini pongono davanti la porta di casa un bicchiere d’acqua e del cibo. In Russia, dove il Natale viene celebrato il 6 gennaio, i doni vengono portati da Padre Gelo accompagnato da Babuschka, una simpatica vecchietta.
La festa assume caratteri diversi nelle varie regioni italiane: in Veneto i ragazzi girano per le case cantando laudi in onore della Sacra Famiglia; in Toscana vi sono le “befanate” rappresentazioni sacre e profane. Befanate sono anche i canti che gruppi di giovani intonano davanti le case per ricevere doni, come accade in Calabria, Sicilia, Puglia, Abruzzo.
In Friuli dischi infuocati si fanno ruzzolare sui fianchi delle colline; in Abruzzo si pensa che gli animali parlino ma non bisogna udirli.

La storia della Befana pone quindi le sue radici all’interno di una tradizione culturale di matrice pagana, di superstizioni e aneddoti magici.Lo stesso periodo natalizio si pone in un momento dell’anno che storicamente era ricco di rituali e usanze legati alla terra, all’inizio del nuovo raccolto e all’idea di propiziarsi fortuna e prosperità nell’anno nuovo. E’ un personaggio che ha colto suggestioni da diversissime leggende e trasposizioni culturali. La Treccani ne dà la seguente definizione: è per il popolo un mitico personaggio in forma di orribile vecchia, che passa sulla terra dall’1 al 6 gennaio. Nell’ultima notte della sua dimora il mondo è pieno di prodigi: gli alberi si coprono di frutti, gli animali parlano, le acque dei fiumi e delle fonti si tramutano in oro. I bambini attendono regali; le fanciulle traggono al focolare gli oroscopi sulle future nozze, ponendo foglie di ulivo sulla cenere calda; ragazzi e adulti, in comitiva, vanno per il villaggio cantando…in alcuni luoghi si prepara con cenci e stoppa un fantoccio e lo si espone alle finestre…I contadini della Romagna toscana sogliono invece portarlo in giro sopra un carretto, con urli e fischi, fino alla piazzetta del villaggio, ove accendono i falò destinati a bruciare la Befana… Se San Nicola è un santo protettore, e Babbo Natale un paffuto rubicondo nonnino, la Befana rappresenta  la sostanza femminile pagana di una lunga tradizione rituale contadina. Non porta soldi, e non ha neppure un gruppo di elfi artigiani per fare regali, la Befana tradizionale porta arance, noci, piccoli dolci casalinghi e carbone, ultimamente zuccherato ma comunque carbone, e ci ricorda che dopo le feste si torna a lavorare  per i frutti del terreno, perché è proprio dopo il sei gennaio che il contadino ricomincia con la nuova semina.

Una leggenda narra: “Quando i Re Magi partirono per portare doni a Gesù Bambino, solo una vecchietta si rifiutò di seguirli. Quando, pentita, cercò di raggiungerli, non ci riuscì. Da allora, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini i doni che non è riuscita a dare a Gesù Bambino”.

Franca Nocera