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La noce, il frutto che nutre il cervello e non solo...

La noce è un frutto asiatico ed è stata introdotta in Italia dai greci. Contiene fosforo, calcio, ferro e potassio, ed è il frutto più ricco di zinco e rame, elementi che solitamente attingiamo dalla carne. E’un frutto oleoso e di conseguenza ricco di sostanze nutrienti. Il suo potere calorico è molto alto ed è ricco di grassi polinsaturi che aiutano a combattere l'LDL, meglio conosciuto come colesterolo cattivo. Ha proprietà antitumorali, in particolare il suo consumo regolare previene l’insorgere del tumore al seno grazie alla presenza di acidi grassi omega 3 oltre ad un alto contenuto di antiossidanti. Inoltre ha proprietà digestive e diuretiche, nutrienti , rimineralizzanti e vermifughe.
Le noci sono protagoniste di leggende nate nel medioevo. Secondo la teoria della segnatura la somiglianza del gheriglio con gli emisferi cerebrali,riteneva le noci capaci di curare le malattie del cervello. Sotto gli alberi di noce si riteneva che si tenessero i sabbah, raduni di streghe che danzavano macabramente con il demonio soprattutto la notte di San Giovanni Battista. In noce fu trasformata Caria da Dionisio e di legno di noce era il tempio eletto ad Artemide Cariatide che tramandò la storia della sventurata fanciulla. Sulle colonne del tempio furono scolpite figure femminili che presero il nome di cariatidi,termine in uso nell’architettura e nella storia dell’arte.. E per concludere l’ombra del noce tra gli agricoltori pare sia particolarmente controindicata in caso di sudorazione estiva, perché provoca un abbassamento della temperatura rispetto a quello dell’ambiente circostante,provocando malanni.
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<…> In Abruzzo citeriore crescono quasi spontaneamente i Cirieggi, di cui si incontrano alberi bellissimi sulla strada di Lanciano. Anche senza tener conto del frutto, per la forma, pel fogliame e per la qualità del legno, io non conosco albero più bello e più prezioso di questo. I Noci ed i Gelsi potrebbero concorrevi, giacchè l’esperienza ha provato allignar nell’Abruzzo come nel resto del Regno. Di questi ultimi, comecchè la società economica ne possiede i semenzai, non rimarrebbe che estenderli ai Cirieggi, ed ai Noci per poter provvedere la provincia di ottimi alberi per piantarne le passeggiate e le strade. Non dissimulerò che questi alberi crescendo lentamente vi vorranno alcuni anni prima che se ne possa profittare; ma tutte le cose di questo mondo han bisogno di un principio. D’altronde le considerazioni del pronto godimento che potrebbero al più menarsi buone ad un privato, non sono da calcolarsi quando si tratta di opere pubbliche <…>
Tratto da ‘Relazione del viaggio fatto in alcuni luoghi di Abruzzo citeriore nella state del 1831 dal Cav. Michele Tenore’