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24/07/2013, 18:47

Dietro la tastiera di Terra e Cuore

È necessario fare una premessa: questo articolo nasce da un’esigenza di redazione. C’è ancora chi non conosce Terra e Cuore.
Abbiamo deciso di rispondere a questi interrogativi facendo qualche domanda a Franca Nocera, un vero e proprio pilastro portante di ciò che rappresenta questa rivista per l’Abruzzo e Molise.

Una delle prime cose che si nota quando si incontra Franca Nocera è il suo accento; è chiaro che non sia abruzzese tantomeno molisana dunque sorge spontaneo un quesito: com’è collegata questa vitale donna alle terre abruzzesi?
“Ho avuto sempre un forte legame con l’Abruzzo. Mio nonno era di Schiavi di Abruzzo e  lì ha costruito una casa nella quale  ho villeggiato sin da piccola, quando tornavo da Napoli finché, ad un certo punto, ho deciso di trasferirmi definitivamente facendo si che quella casa (frutto delle fatiche che hanno accomunato la popolazione dell’area, ndr) diventasse la mia dimora.”

E perché sei così ottimista nei confronti di queste due regioni?
“Perché sono terre ancora vergini, posseggono una ricchezza inesorabile ed inestimabile che, purtroppo, la gente del posto non ha ancora imparato ad apprezzare.”

Ora sappiamo cosa ti rende abruzzese tuttavia, come ci hai detto, ti sei trasferita poco tempo fa su questi monti dunque ti chiediamo: quando sei approdata a Terra e Cuore?
“Nel 2011 quando l’associazione era dormiente sotto l’aspetto editoriale, l’ultima pubblicazione del periodico risaliva al 2009, decisi di riprendere in mano le redini del progetto. Sapevo che in ballo ci fosse il marchio di Terra e Cuore, un qualcosa che con gli anni si era affermato anche grazie al binomio lessicale che  da il nome alla testata; un’accoppiata che significa anima e corpo di queste terre. Dunque, sapevo di avere questo grosso patrimonio e volevo rianimare la pubblicazione; qui entrò in gioco Antonio Cilli che mi consigliò di credere nel web e fu così che trasferii tutti i contenuti dal cartaceo al web.”

Perché gli operatori di settore dovrebbero investire in Terra e Cuore?
“Il nostro magazine vuole essere un ponte tra le nostre terre e gli utenti, dove possono nascere scambi commerciali. Vogliamo pubblicizzare quei prodotti che sono le eccellenze di queste aree dal sapore molisano e abruzzese. Che la pubblicità funzioni, d’altra parte, è un dato di fatto: nonostante la crisi il settore del marketing e della pubblicità sono stati gli  unici a non avvertire la recessione. Ciò accade perché la frontiera dell’online, per esempio, fornisce strumenti multimediali a basso costo che danno la possibilità ai produttori di fare pubblicità low cost. Il tutto, dunque, si traduce con un successo quasi assicurato degli investitori.”

Tutto ciò che dici è davvero rassicurante tuttavia sappiamo che non è così facile trovare investitori; quali sono le difficoltà che incontri nel tuo lavoro?
“Purtroppo devo dire che trovo una forte chiusura mentale. Si dice che l’Abruzzo sia una terra forte e gentile ma io direi che sia più appropriato definirlo come  un ambiente chiuso e garbato. Non è facile incontrare gente disposta a scommettere nel nostro progetto…(tuttavia speriamo in un cambio repentino di rotta, ndr).”

Cosa potrebbe diventare in futuro Terra e Cuore?
“Vorrei che diventasse un contenitore di risorse e curiosità per chi sia colto dalla voglia di scoprire luoghi incontaminati dove l’aria è salubre e il tempo sembra non essere trascorso; auspico, infine, che possa diventare un vero e proprio punto di riferimento per la promozione delle nostre due regioni, un nuovo punto di partenza per  il turismo il volano economico che, assieme all’agricoltura, può salvarci dall’estinzione.”  

 

Giovanni Giaccio