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L’incontro sulle radici della ‘Saltarelle’ abruzzese
2^ edizione del Festival del ballo tipico d’Abruzzo
La "Compagnia di Canto Popolare Abruzzo Forte e Gentile" il 27 marzo u.s. nelle sale dell’Aurum di Pescara, ha dato vita alla 2^ Ed. del Festival della "Saltarelle" abruzzese con i suoi toni di festa e folklore accompagnati da didattiti sulle radici antropologiche del ballo e della musica abruzzese.
Così scriveva Primo Levi in "Abruzzo forte e gentile" nel descrivere l'aria di festa che si creava con la saltarella:
"Si sentono echeggiare serenamente meste per l'aere, qualunque sia la parte d'Abruzzo percorsa, poiché il fondo dell'indole è la stessa in tutta la regione; con diversa espressione, a seconda che s'è atteggiata la natura del suolo: lunga e uniforme sul monte, piano al piano, rotta e mossa sul mare; di una serenità diversa da quella delle canzoni napoletane; di una mestizia diversa da quella delle canzoni siciliane".
Ad introdurre e spiegare l'importanza di tale evento è stato Licio Di Biase, presidente della Compagnia che ha sottolineato l’importanza di tale evento che mira alla valorizzazione delle radici antropologiche abruzzesi, partendo, appunto, dalle musiche e danze quale espressione ‘selvaggia’ di un popolo, di una terra, affermandone, cosi, la propria bellezza e forza. Gli interventi dell’ esperto etnomusicologo e direttore del museo CEd'A, Carlo di Silvestre ed Anna Anconitano, esperta di danze popolari hanno portato alla conoscenza di aspetti e peculiarità di un popolo attraverso il linguaggio del corpo in armonia con il suono.
La ‘saltarella’, una vera e propria tradizione popolare iniziata da Francesco Paolo Tosti, l’artista gentile, fine, che aristocraticamente interpreta e traduce i palpiti del nostro popolo, durante la festa di paese di Francavilla al Mare con il Canto Popolare Abruzzese.


