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08/04/2013, 14:44

Il punto della Coldiretti sul vino e sulle nuove opportunità di lavoro

Dalle aziende vitivinicole sono nate opportunità di lavoro per un milione e duecentocinquantamila italiani nel 2012 con un aumento del 3 per cento rispetto all’anno precedente di quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto. Lo ha reso noto il Presidente della Coldiretti Sergio Marini nel suo intervento all’incontro '50 anni di qualità e bellezza nei territori', organizzato da Coldiretti e dalle Città del vino che ripercorre la storia del settore a 50 anni dalla produzione della prima bottiglia di vino italiano Doc realizzata grazie al DPR 930 del 1963.' Oltre la metà (55 per cento) dei posti di lavoro nasce dalla produzione di vini a denominazione di origine (Doc/Docg) che  - ha sottolineato Marini - hanno dato un impulso determinante allo sviluppo del settore negli ultimi cinquanta anni.'

Il vino è stato in grado di creare qualità, benessere, occupazione e sviluppo economico nei territori dove si è insediato, ma anche integrazione, come dimostrato dal fatto che vi hanno trovato occasione di impiego soggetti diversamente abili, carcerati, ex tossicodipendenti, ma anche una vasta platea di lavoratori stranieri.

L’impatto positivo si è esteso pero’ oltre i confini della vigna poiché la raccolta di un grappolo alimenta, secondo l’analisi della Coldiretti, opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.

Investire nella qualità, favorire il presidio dei luoghi, tutelare il paesaggio, valorizzare i saperi e i prodotti locali e mantenere viva la propria identità, cercando di migliorarsi sempre anche con una strategia nazionale, perché si tratta di un settore strategico su cui puntare per aumentare  i flussi turistici.  Un turismo enogastronomico fondamentale per l’intera economia italiana ma  ancora orfano di una regia nazionale, che possa identificare in modo unitario i tanti territori che ne sono i protagonisti.

a cura della redazione