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15/03/2014, 17:24

Il canestrato di Castel del Monte, il formaggio della transumanza

Il Canestrato di Castel del Monte è il pecorino della transumanza, così definibile perché  i pastori portavano le loro greggi, nei mesi più freddi dell'anno, verso i  miti pascoli del Tavoliere delle Puglie, per poi ritornare in quelli montani abruzzesi in primavera..

E’ prodotto sul territorio del versante aquilano del Gran Sasso, zona spiccatamente  vocata all'allevamento ovino. Qui gli ovini  con l'arrivo della bella stagione, vengono condotti ai pascoli di alta quota, nella piana di Campo Imperatore dove il 5 agosto si svolge il raduno annuale.Nella zona del Gran Sasso sono state censite più di trecento essenze di foraggio, che rende questi prati dei veri  e propri 'supermarket' del pascolo. Maggiore è la varietà di essenze che le pecore mangiano e migliore sarà la qualità del latte. Prodotto tradizionale della Regione Abruzzo, il Pecorino Canestra di Castel del Monte  è ottenuto dalla caseificazione di latte ovino crudo con la sola aggiunta di sale e caglio di vitello o di agnello. Dalla  forma cilindrica e a facce piane, ha un sapore pronunciato e piccante; la crosta riporta le impronte del canestro (da cui il nome canestrato), utilizzato, come da tradizione, per la messa in forma. Può essere gustato fresco con una stagionatura di almeno 2 mesi, semi-stagionato e stagionato. Del pecorino fresco e semi-stagionato si apprezza un sapore sempre più intenso che lascia lentamente il posto a sentori di fieno e pascoli e ad una gradevole dolcezza finale. Il pecorino stagionato, invece, presenta profumi e aromi molto intensi ma equilibrati, in bocca entra dolce ma chiude piccante. La forma da 2 kg può costare fino a 40 euro se acquistato a chilometro zero, il prezzo lievita un pò  sui banconi degli alimentari. Si abbina con un Montepulciano d'Abruzz DOC di ottima struttura.

Franca Nocera