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“L’abito tradizionale di Castelvecchio e della Valle Subequana”, nel libro di Massimo Santilli
Anche gli abiti della festa di un tempo che fu, ci parlano di un popolo e di una tradizione che portano alla conoscenza e alla valorizzazione di una porzione dell’Abruzzo che si diversifica di luogo in luogo anche con i suoi dialetti, i suoi balli, la sua cucina, riuscendo a relegare il turista in un’epoca quasi medievale attraverso i racconti, le testimonianze, le riproduzioni, regalandogli un momento da non dimenticare.
Domani 29 giugno , il Chiostro del Convento di San Francesco a Castelvecchio Subequo (Aq) ospiterà la presentazione del libro ” L’abito tradizionale di Castelvecchio e della Valle Subequana” la nuova ricerca dello studioso di tradizioni popolari Massimo Santilli, con l’introduzione e la ricostruzione filologica a cura del professor Francesco Stoppa, dell’Università di Chieti . Una pagina di storia popolare inesplorata che riporta in luce , attraverso l’abito tradizionale (foggia femminile festiva in versione estiva)le specificità, i tratti salienti e significativi di una comunità omogenea qual è la Conca “Superequana”. ,. Il volume, pubblicato da Synapsi Edizioni in una pregevole veste grafica realizzata da Elia Santilli, presenta anche un ricco corredo fotografico d’epoca. Una riproduzione dell’abito ad opera di Anna Iezzi sarà il fiore all’occhiello dell’evento culturale.
"E’ particolarmente in questo studio sull’abito tradizionale che ho cercato di porre in luce le ragioni più profonde dal punto di vista storico, geografico, sociale, politico e amministrativo che hanno determinato nel tempo il carattere periferico e secondario che tuttora permane.
Ritengo, tuttavia, che proprio in questa “subequanità”, con i suoi molteplici elementi di autoctonia e con la sua apparente contraddizione, possa risiedere il motivo centrale di concrete azioni di valorizzazione e sviluppo del nostro presente e del nostro domani.” Massimo Santilli


