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27/02/2013, 15:35

ANTONIO CORDESCHI - Vita d’un uomo nella sua città

Presentazione del volume il 2 marzo all’Aquila

Sabato 2 marzo, alle ore 16.45, all’Auditorium del Parco del Forte Spagnolo all'Aquila, verrà presentato il volume' Il segno che rimane. Antonio Cordeschi: Vita d’un uomo nella sua città' a cura del LHASA. Il libro, nato per iniziativa di amici, studiosi ed ex-studenti, non vuole essere soltanto un omaggio alla figura del Professore Antonio Cordeschi, indimenticato insegnante di Greco e Latino al Liceo Classico per tante generazioni di aquilani e scomparso lo scorso anno, ma propone anche una visione sulla storia e sulla vita civile della città dell’Aquila, a partire negli anni del secondo Dopoguerra. Insieme con tanti compagni di viaggio, e anche con illustri avversari, il Professore si è infatti battuto per lo sviluppo della scuola e della cultura aquilana, come anche per la formazione di una coscienza civile non effimera e attenta alle esigenze di una realtà storicamente illustre e socialmente complessa come quella aquilana.

Il professor Walter Cavalieri si occuperà di illustrare il contesto storico in cui le vicende della vita di Antonio Cordeschi si inseriscono; il dottor Walter Capezzali ricorderà, insieme con il professor Angelo Fabrizi dell’Università di Firenze, l’amico e lo studioso; Emanuela Medoro parla in rappresentanza degli ex studenti e colleghi che lo ricordano con ammirazione ed affetto, tra i quali anche il vescovo Mons. Don Giuseppe Molinari, l’Assessore alla Cultura del Comune, Stefania Pezzopane, il dottor Bruno Sabatini, il filosofo Roberto Cordeschi, l’avvocato Massimo Carosi, il dottor Francesco Aloisio e altri affermati professionisti e illustri insegnanti.

Stefania Pezzopane così ricorda il Prof. Cordeschi: “Un uomo che apparteneva alla destra conservatrice, che viveva la politica con appassionata partecipazione. Come professore era temutissimo dagli allievi e sembrava molto autoritario, quando entrava in classe subito si creava un silenzio pieno di timoroso rispetto. Io vedevo un uomo dal volto assorto e pensoso, raramente sorridente, ma illuminato da uno sguardo vivo e penetrante, non autoritario nel senso stretto e vuoto del termine. Autorevole invece, sì, aveva sempre le parole giuste per governare classi composite, eterogenee e partecipi ai dibattiti in corso in modo spesso confuso.”

 

Franca Nocera