Sei in: Cultura & Turismo » Eventi » Il Castello di Roccascalegna (Ch), scenario artistico di tre Paesi
15/07/2019, 16:07

Il Castello di Roccascalegna (Ch), scenario artistico di tre Paesi

Italia, Iran e Scozia in un dialogo interculturale

Dopo la Maratona del Contemporaneo che ha preso il via lo scorso 6 luglio presso le Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva e il Museo Archeologico di Atri, la VI edizione di Stills of Peace apre le porte anche ad una location inedita, il Castello di Roccascalegna che dal 14 luglio al 3 novembre ospiterà "Countries, Landscapes & Wool" con le mostre di Lucilla Candeloro e Jenny Charlotta Wood, a cura di Klas Barthelsson e Antonio Zimarino, un momento di riflessione sull'arte e la cultura di tre Paesi (Italia, Iran e Scozia) accomunati tradizionalmente dalla produzione e lavorazione di lana e tessuti tradizionali.

La VI edizione di Stills of Peace, inauguratasi presso le Scuderia Ducali di Palazzo Acquaviva nei giorni 6 - 7 - 8 luglio con le mostre "Transfiguration Mode" degli artisti Navid Azimi Sajadi ed Enrico Tealdi  a cura di Antonio Zimarino e Mariano Cipollini, le artiste performer iraniane Samin Kamal Beik, Mona Mohagheghi e Zoya Shokoohi in Are You Protected?" a cura di Eva Comuzzi e la mostra fotografica "Iran" di Mauro Vitale, presso il Museo Archeologico di Atri, a cura di Maryam Mavaddat, prosegue il dialogo interculturale tra Italia e Iran facendo tappa presso una location altrettanto affascinante, il Castello di Roccascalegna.

L'Abruzzo da secoli è stato il centro di percorsi ed economie legate alla pastorizia, afferma il Presidente della Fondazione Aria Alessandro Di Loreto, e altrettanto lo sono e  lo sono stati l'Iran e la Scozia: ma tutte e tre le culture sono legate da un modo similare o analogo di percepire il tempo e lo spazio, i ritmi naturali, i legami sociali ed identitari, fatti di fierezza, orgoglio, abitudine alla difficoltà.

Le due artiste coinvolte trattano la natura e il paesaggio, dichiara il co-curatore Antonio Zimarino, e, andando a vedere i cromatismi propri della tessitura del tappeto iraniano, è impossibile non trovare assonanze oltre le proprie specifiche diversità. Questa mostra nasce dunque con l'ambizione di associare insieme i territori, i paesaggi e la lana, che è appunto divenuta così il filo, il legame sottile, il tessuto che unisce territori lontani in un approccio similare con il proprio luogo originario.