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La personalità sensibile dell’artista abruzzese Costantino Barbella
A Pescara fino al 15 maggio 2016

La Mostra suscita interesse perché riporta finalmente all'attenzione del pubblico, in modo esaustivo, il genio di un abruzzese che, a cavallo tra il 1800 e 1900, fu considerato uno dei massimi scultori dell'epoca a livello internazionale, tanto che le sue opere furono acquisite dalle più importanti personalità e dai più prestigiosi musei al mondo: l'Hermitage di San Pietroburgo, il Louvre di Parigi, il Reina Sofia di Madrid, la Galleria d'arte Moderna di Roma, il Museo di Capodimonte e molti altri. Quel che sorprende di Barbella è il fatto che, nonostante il grande successo riscosso in vita, dopo la sua morte sono state, al contrario, scarsissime le celebrazioni in suo onore, da contarsi sulle dita di una mano: è anche per questo che si è scelto di organizzare questo evento.
Nell'arco della sua evoluzione artistica Barbella ha attraversato tre periodi fondamentali: quello iniziale, caratterizzato dalla frequentazione del Cenacolo Michettiano, ispirato al folclore e alle tradizioni abruzzesi; il periodo della ritrattistica, in cui ha eseguito i ritratti di personaggi famosi dell'epoca, come l'amico Pietro Mascagni, i Principi Popovich di Montenegro, e naturalmente i famigliari, come quelli della moglie Antonietta e del figlio Bruno, esposti in mostra. Infine il periodo Liberty, respirato a Parigi alla fine dell'Ottocento, e da Barbella anticipato all'inizio del secolo nuovo, prima che esplodesse anche in Italia, di cui in mostra possono ammirarsi capolavori quali Ebbrezza e Attrazione.
Proprio in riferimento al Cenacolo Michettiano, è importante ricordare che Barbella, con d'Annunzio, Michetti, Tosti ed altri, ne è stato uno dei principali animatori; storia, quella del Cenacolo, a tutt'oggi orgoglio e vanto della nostra terra, stagione prodigiosa di arte e letteratura.
Tanto fu produttiva quella esperienza che il noto giornalista dell'epoca Luigi Arnaldo Vassallo, detto Gandolin, scrisse sul giornale satirico-letterario romano "Capitan Fracassa": «[...] Sì, vennero dunque dall'Abruzzo, a rinvigorire la cultura e le arti, un Michetti, un Barbella, un d'Annunzio ed un Tosti, ma andò a finire che non si dipingeva più: si michettava. Le statue si barbellavano e si dannunziava la lirica. E in fatto di musica, si tostava dalla mattina alla sera».
La mostra allestita nel Museo Fondazione Paparella fa dialogare gli atti creativi dell'artista, con la loro realizzazione scultorea.
' LA SPOSA'