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01/06/2019, 12:26

La montagna del Morrone, un'escursione storica, culturale e naturalistica

La montagna del Morrone, MURRA “terreno pietroso”, è una riserva naturale protetta inserita nel Parco Nazionale della Maiella, che si sviluppa da Popoli PE a Sulmona AQ. Le cime non raggiungono altezze notevoli  e la cima più elevata è il Monte Morrone, 2061 m. Tuttavia i dislivelli sono apprezzabili perché il più delle volte si parte da circa 400 m. Ci sono lunghe carrarecce e valloni, molte rave che fanno guadagnare rapidamente il dislivello, ma sono ripide e difficoltose, purtroppo c’è poca acqua. LA MONTAGNA DEL MORRONE è stata frequentata da Pietro Angelerio, l’eremita Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V. Pietro da Morrone edificò su questa montagna due eremi, il primo nel 1241 vicino Sulmona , in località Segezzano, dove trovò ricovero in una grotta presso la piccola chiesa di Santa Maria, che in seguito fu distrutta dalla frana del “colle delle nocelle” durante il terremoto del 1276. Oggi in questa località c’è la Badia Morronese o abbazia di Santo Spirito al Morrone. Il secondo eremo lo fece costruire nel 1293, ormai quasi ottuagenario, dove decise di ritirarsi per sempre, l ‘eremo di sant’Onofrio al Morrone. Un’altra unicità di questa montagna è che nell’anfiteatro della Fossa, (1200 m), ci sono maestosi e secolari abeti bianchi. C’è anche un tipico roccione isolato, utilizzato un tempo come riparo per le greggi. Il percorso scelto ha un interesse storico, culturale e naturalistico nella RISERVA STATALE del MONTE ROTONDO. Se si arriva da Popoli PE e direzione Sulmona AQ, tramite la Strada Statale 17, si raggiunge l’inizio dell’escursione, girando a sinistra al KM 4.5, all’altezza di un ristorante. L’indicazione è CENTRO VISITA DEL LUPO.

Percorsi circa 5 Km, alla vista di una transenna metallica, parcheggiare. Come riferimento, oltre alla transenna c’è una radura erbosa a sinistra ed una carrareccia a destra con una palina e segnaletica CAI Federparchi. La carrareccia inizia a (480 m) con la segnaletica 11 e indicazione VALLONE DEI PRETI. L’escursione è interessante, non faticosa ed attraversa la Valle Grande, all’ombra di una faggeta. A quota (740 m), si incrocia una traccia di carrareccia sulla destra. Non c’è indicazione ma incuriosito, decido di seguirla. Su un dosso noto una costruzione. Potrebbe essere un caseificio, una stalla… Proseguo ed aiutandomi con la cartina raggiungo la località Sterpeto. C’è la Fonte Santa Croce (712 m) con due panchine formate dalle traverse in legno della ferrovia e successivamente una sbarra di ferro arrugginita chiusa. Entro in un ampio cortile. Quello che sembrava una semplice costruzione, si evidenzia come una masseria con architettura pregiata, probabilmente pugliese e costruita nel XIII secolo. È la masseria fortificata di Santa Croce (743 m), che sorge tra il Colle Novelluccio (768 m) a Nord ed il Colle Santa Croce (772 m) a Sud. La masseria fortificata di Santa Croce, era collegata con la vicina Corfinio PE, un importante nodo stradale, dove confluiscono la S.S. Tiburtina Valeria (N°5) - PESCARA ROMA - e la S.S. dell’Appennino Abruzzese e Appulo Sannitica (N°17). A Corfinio PE, transitava il tratturo CELANO FOGGIA e considerando che da questo nodo, ci sono cinque masserie in direzione Nord, le quali venivano raggiunte da una direttrice interna, (un tratturo minore), che si collegavano al tracciato principale, si potrebbe pensare che erano utilizzate dai pastori durante la transumanza.

La masseria fortificata di Santa Croce, ha i muri realizzati con mattoni di roccia, feritoie, portoni arcuati, due mezze torri con piccole feritoie ogivali coperte da tegole. Il terreno adiacente, era certamente coltivato ed adibito a pascolo. Ora è in totale abbandono. Quello che non immaginavo, entrando da una porta semichiusa in metallo, trovare una cappella con altare e stucchi, purtroppo rubati. Ora è un deposito di balle di fieno ed eternit. La bellezza del posto non ha concorrenza. Si può quasi toccare il roccioso Monte Rotondo di Popoli (1731 m), con la sua lunga cresta affilata, il Colle dei Sambuchi (1638 m.) a destra e l’anfiteatro della Fossa, (1200 m). Da restare ammutoliti! Si torna indietro per arrivare all’area picnic, (812 m), per consumare il panino all’ombra dei faggi e bevendo la fresca acqua, alla fonte del Beato Mariano da Roccacasale AQ. Si racconta che il giovane Domenico, futuro frate Mariano e proclamato beato, in una calda giornata estiva a fine del XVIII secolo, mentre pascolava le pecore nella Valle dei Preti, (784 m), stremato dal caldo ed assetato, si addormentò poggiando la testa su una pietra. In sogno gli apparve un frate che ordinò: “Svegliati, l’acqua scorre sotto la tua testa!”. Domenico si svegliò e si accorse che sotto la pietra, dove aveva appoggiato il capo, zampillava veramente acqua fresca. Da quella pietra miracolosa, è stata costruita una fonte a lui dedicata, unica sorgente d’acqua nella montagna del Morrone, dove continua a zampillare acqua fresca.  La Valle dei Preti è il prosieguo della Valle Grande ed arriva a Roccacasale. La valle era di proprietà del clero e per questo motivo è stata così chiamata. È una valle di origine carsica e viene ancora utilizzata per il pascolo, sia di ovini che bovini. È presente un rudere pastorale in pietra con un pozzo ancora in uso. In primavera, con lo scioglimento delle nevi, si forma il Laghetto della Rocca (782 m), di breve durata. Tornato al punto di partenza, ho preferito fermarmi al Centro Visita del Lupo (700 m), per visitare l’Area Faunistica. Ci sono spazi recintati dove alloggiano cervi, daini, cinghiali e camosci e qualche rapace. E’ proprio vero… una escursione dove trovi la storia (i tratturi), la cultura (masserie e il beato Mariano), l’ambiente con la flora e la fauna nel centro visita del lupo.

 

Distanza 10,5 km

Dislivello 436 m

Tempo 4 ore

Difficoltà E

 

Luciano Pellegrini