La fase di preparazione della 'ndocciata è lunga e faticosa, coinvolge tutti, dagli agnonesi, perché c’è un gran da fare, ai turisti, che si lasciano coinvolgere. Le strade sono gremite di uomini, donne, bambini. Si attende! Tutti sono pronti! Ecco il rintocco della campana che annuncia l’accensione delle ‘ndocce e si incomincia a sentire nell’aria un’odore acre di ginestra che brucia . Scendono giù lungo il corso i Portatori, uomini con la cappa nera, calda, ampia e con il cappello a larga falda che recano sulle spalle le pesanti ‘ndocce, 2 metri di listelli sottili (scaròiche) di abete bianco e ginestre che scoppiettano, bruciano,  illuminano dando origine  al fiume di fuoco. I contadini che abitavano nei borghi e dintorni per raggiungere la chiesa,  nella Vigilia di Natale, utilizzavano le ‘ndocce per illuminare il percorso e al ritorno le sistemavano vicino l’uscio di casa ad indicare che era abitata. E la gente…”ijeme, ijeme a vedeje les ntorce men arviène da ‘n campagne; uh! Quanta so vedaite, so, cchiù de duciente!” (tratto da ndocciata.it).  La ‘Ndocciata di Agnone, l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata.  La tradizione natalizia legata al fuoco più imponente che si conosca al mondo, che si volle far vivere l’8 dicembre 1996 a Giovanni Paolo II a Roma ed ogni anno si ripropone; e la magia del rito dove il  fuoco brucia, divora il vecchio, purifica e rende immacolati. La splendida Agnone, Isernia, arroccata in alto come un'aquila libera, inarrivabile. Avvolta da un clima sferzante, da qualche fiocco di neve, da un'aria incredibilmente pulita, si infuoca improvvisamente di un fuoco senza confini.

Tutto ciò è stato reso possibile grazie all’impegno dell’amministrazione, della pro loco, dell’associazione, dei ristoratori  , delle 5 contrade, e dell’entusiasmo dei turisti alcuni dei quali erano stati nominati Portatori.

Foto Mario Sabatini