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06/03/2013, 18:55

Il Guerriero di Capestrano

L’immagine di un Capo

Il Guerriero di Capestrano può essere considerata la più importante scultura della nostra antichità al di fuori della tradizione classica, greca e romana. Scoperta casualmente nel 1934, è la più alta testimonianza della produzione scultorea delle popolazioni indigene che abitavano l’Abruzzo. La statua rappresenta una figura virile in abbigliamento bellico, con armi da offesa e da difesa di straordinaria bellezza, che andando oltre l’uso funzionale, sottolineano l’alto rango del defunto. Le proporzioni della figura e le gambe massicce alludono alla forza del valoroso guerriero in grado di fronteggiare il nemico in campo aperto.

Il Guerriero di Capestrano non nasce  solo, malgrado il suo aspetto lontano, dalle regole di forme conosciute: la civiltà che lo ha generato è pastorale e guerriera e attraverso le numerose testimonianze di cultura materiale sappiamo, oggi, quali e quanti tesori popolassero la vita e la morte di queste genti. La storia  che racconta questo principe dell’età del ferro evoca uno scenario singolare: il suo simulacro di pietra, collocato presso la tomba,, segnava fortemente il paesaggio nei pressi dell’antico cimitero e marcava i sacri confini territoriali della tribù di appartenenza. Queste statue avevano un forte valore simbolico: per la comunità di appartenenza concretizzavano l’idea del potere regale; al contempo affermavano il saldo possesso del territorio rispetto alle tribù confinanti, con le quali i rapporti erano spesso improntati ad una diffusa ostilità. Non è casuale che le grandi necropoli di età protostorica fossero collocate lungo i percorsi di fondovalle, dove si intersecavano le vie più agevoli e quindi più frequentate, a segnare cme marker territoriali i confini inviolabili di ciascuna tribù.

Queste immagini, erette nelle aree di necropoli dedicate ad una nascente aristocrazia, celebravano un potere non solo militare e civile ma forse anche religioso, ben evidenziato dai suoi attributi: le armi, l’ascia, gli ornamenti, forse il singolare copricapo.

I problemi sollevati dall’interpretazione dell’iscrizione presente sulla scultura sono di particolare suggestione. Se si accettasse la lettura tradizionale avremmo uno dei rarissimi casi, per questo periodo, di autore che firma la sua opera: Aninis dunque, firma davvero importante visto che è datata VI sec a.C. La formula onomastica del personaggio sarebbe, secondo questa lettura, Nevio Pompuledio, capo guerriero dell’età arcaica. Una lettura più cauta propone di vedere in Aninis l’identità del committente: Aninis non fece ma fece fare la statua in onore di Pompuledio da identificarsi con il personaggio raffigurato. Se così fosse le altre sculture, stilisticamente consonanti con questa, non sarebbero da attribuire ad Aninis e alla sua scuola ma rifletterebbero l’esistenza di gruppi che aderivano ad un modello ideologico di rappresentazione dei capi delle èlites secondo precisi canoni e attributi di rango.

La Dama di Capestrano

Una donna occupava un posto di rilievo al fianco del Guerriero. Chi era questa donna e in che rapporti con il Guerriero? Forse la sua compagna o una giovane figlia adolescente? La scultura femminile acquista più rigore se pensiamo che si tratti non di una divinità o figura mitologica bensì di una donna realmente vissuta. Una figura di spicco in un contesto di maschi guerrieri e, comunque, si può ipotizzare  una certa rilevanza sociale essendo state seppellite in tombe importanti, segno distintivo che le accomuna ai maschi guerrieri dei rispettivi clan familiari.

Nelle necropoli d’Abruzzo le tombe femminili sono spesso circondate da quelle di bambini e giovani, quasi ad enfatizzare il ruolo delle madri: se infatti gli uomini servivano la comunità come guerrieri, le donne dovevano generare e allevare guerrieri. Garante della continuità della stirpe, la donna in età arcaica riveste un ruolo importante in quanto detentrice degli strumenti necessari alla sussistenza economica (produzione del vasellame, tessitura, coltivazione), garantendo quindi, la stabilità della casa in assenza degli uomini.

 

The Warrior of Capestrano

The image of a leader

The Warriori of Capestrano is the most important sculpture apart from Greek and Roman tradition; it was found by chance in 1934 and it is a huge male figure with war weapons; he was probably a prince with also religious powers belonging to the Iron age pastoral and warrior culture. The inscription Aninis, which is dated 5th century b.C. can a warrior leader or to the client who supported the sculpture.

The lady of Capestrano

The image of a woman, which was placed next to the warrior, was probably his partner or a young daughter , since woman had a sort of power in that civilization as mothers of warriors, producers of means of subsistence and symbols of stability of society.

Franca Nocera