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03/11/2013, 23:54

La valle del Trigno nella II guerra mondiale

I combattimenti dell’ottobre-novembre 1943 FOTO

Maresciallo Kesserling

Premessa

Tra la fine di ottobre e i primi del novembre 1943 la valle del Trigno fu teatro di importanti, per quanto brevi, operazioni belliche, legate agli sviluppi della II guerra mondiale.
In quei giorni sulla linea San Salvo-Isernia si attestarono, infatti, e poi si scontrarono, nell’ambíto della cosiddetta “Campagna d’Italia”, da una parte le truppe alleate avanzanti dalla Puglia e dall’Italia meridionale e dall’altra quelle tedesche in ritirata verso il Sangro e il nord della penisola.
La popolazione locale, rimasta esposta, spesso indifesa nei confronti di tali operazioni, subì gli eventi alla stregua dí una terribile calamità naturale pagandone le conseguenze in termini di disagi, danni e lutti.

L’avvio della “Campagna d’Italia” e i combattimenti a Termoli

La notte del 24/25 luglio l943, in seguito ai disastrosi risultati sui diversi fronti di guerra (con gli anglo-americani già sbarcati e combattenti in Sicilia), il Gran Consiglio del fascismo sfiduciò Mussolini; e il dì seguente il re Vittorio Emanuele III lo privò dei poteri e lo fece arrestare. Il regime del Duce improvvisamente crollava, con sollievo di tutti gli antifascisti, ma per l'Italia si apriva uno dei periodi più difficili e tristi della sua storia.
Il nuovo governo, affidato al generale Badoglio, dichiarò che la guerra sarebbe continuata ma, rilevando la gravità della situazione, iniziò a trattare con gli Alleati per la resa. I tedeschi, osservando lo stato di disfacimento cui si avviava l’Italia, decidevano intanto di rafforzarvi la loro presenza militare, tanto per cautelarsi da eventuali mutamenti di alleanza da parte del nuovo governo italiano quanto per meglio fronteggiare l’esercito alleato che ormai stava completando l'occupazione della Sicilia e si dirigeva verso lo stretto di Messina e la Calabria. Si dissolsero così le tenui speranze della popolazione per una fine immediata della guerra mentre l’Italia si apprestava a divenire – come era accaduto tante volte in passato – terreno di scontro tra eserciti stranieri.
L’8 settembre infatti, quando si diffuse la notizia dell'armistizio e della resa incondizionata del governo di Roma agli alleati, la “Campagna d’Italia” era praticamente già iniziata. Parte dell’VIII Armata britannica del generale Montgomery risaliva velocemente la Calabria e la parte restante comiciava a sbarcare in Puglia (Taranto, Bari) per poter avanzare in direzione di Foggia; mentre la V Armata americana di Clark sbarcava a Salerno (l’8/9 settembre) e iniziava le operazíoni in direzione di Napoli. L’obiettivo delle due armate era di raggiungere - si riteneva entro poche settimane - con una manovra parallela e coordinata, la linea Roma-Pescara occupando la capitale stessa dell’Italia (ritenuta un obiettivo d’importanza politica più che militare).
L’OKW (il Comando Supremo della Wehrmacht), all'inizio incerto se impegnare gli anglomerícani a sud di Roma, come voleva Kesselring, oppure sull’Appennino tosco-emiliano, come voleva Rommel, decideva intanto (a partire dal 15-20 settembre) di accrescere l’opposizione all’avanzata nemica e ordinava alle truppe della X Armata di von Vietinghoff (di stanza in Italia meridionale) di ripiegare lentamente verso nord e - in attesa di rinforzi - di attestarsi sulle linee dei fiumi Biferno-Basso Volturno (Viktor-Stellung), Trigno-Alto Volturno (Barbara-Stellung) e Sangro-Garigliano (Bernhard-Stellung) per contrastare e poi gradualmente arrestare l'avanzata delle due armate alleate.
I testimoni degli avvenimenti sul Trigno hanno raccontato di un incessante movimento di truppe germaniche - soprattutto da sud verso nord - tra la metà di settembre e la metà di ottobre 1943, in particolare attraverso le principali strade rotabili. I tedeschi inoltre requisivano armi, viveri e vettovaglie e obbligavano gli uomini validi a prestazioni lavorative gratuite per realizzare trincee, piazzole per i cannoni e fortificazioni varie. Era ormai evidente che si preparavano anche a resistere agli Alleati sulla linea del fíume. Il clima psicologico s’incupiva: tensioni e paure cominciavano a diffondersi in tutte le località.
Alla fine di settembre, l’VIII Armata britannica aveva completato l'occupazíone della Puglia e mediante l’utilizzo dei porti di Taranto, Bari, Barletta si era rinforzata di uomini, armi e materiali: nuove divisioni, come l’8ª indiana e la 78ª britannica erano in arrivo per rilevare la prima linea sul Biferno e poi sul Trigno.
Termoli, caposaldo della debole posizione germanica sul Bìferno, venne attaccata a sorpresa dal mare nella notte del 2 ottobre da circa 1000 commandos britannici provenienti da Manfredonia: la cittadina fu ben presto conquistata intanto che truppe della 78ª Divisione e di altre grandi unità dell’VIII Armata muovevano da Serracapriola e da Foggia, verso Termoli, Larino e Vinchiaturo.
I tedeschi, riavutisi dalla sorpresa, fecero intervenire (dal versante tirrenico) la 16ª panzerdivision, reduce dai combattimenti a Salerno: la battaglia intorno a Termoli infuriò per tre giorni consecutivi (4, 5 e 6 ottobre) con gravi perdite da entrambe le parti, ma l’arrivo di contingenti freschi e lo sbarco di due brigate della 78ª Divisione britannica costrinsero alfine gli uomini della 16ª panzer ad una ritirata tattica in direzione di Guglionesi, Petacciato e San Salvo.
Seppure breve, il violento combattimento sul Biferno (in particolare tra Termoli e S. Giacomo) costituiva per gli alleati un segnale della volontà dei tedeschi di resistere il più a lungo possibile, cosa che, sul versante adriatico, nell'autunno 1943 e inizio inverno 1943-44, avrebbero effettivamente continuato a fare sul Trigno e poi, soprattutto, sul Sangro, sul Moro e ad Ortona.

L'VIII Armata britannica chiude sulla posizione del Trigno (Barbara-Stellung)

Nei giorni 8-22 ottobre Montgomery concesse un periodo di riposo alle sue formazioni, considerando che il lungo tragitto percorso dalla Sicilia e poi dalla Calabria e dalla Puglia fino al Molise avevano logorato il suo dispositivo logistico e amministrativo. Nel frattempo reparti della sua VIII Armata chiudevano lentamente fino alle nuove posizioni tedesche, occupando quasi tutti i centri situati tra il Biferno e la destra del Trigno (Petacciato il 19 ottobre, Montenero di Bisaccia il 22 ottobre, Acquaviva il 24 ottobre, San Felice, Montemitro e Montefalcone il 27 ottobre) e preparandosi al successivo, impegnativo scontro sulla linea difensiva germanica San Salvo-Colli a Volturno.
Sostiene Giovanni Nativio che “i tedeschi, in un primo momento furono incerti se trascorrere l'inverno sul Trigno o sul Sangro”. Entrambe le vallate si prestavano infatti egregiamente allo scopo (nel tratto fra la Marina di San Salvo e la Marina di Minturno la penisola italiana raggiunge la sua larghezza minima: 120 km in linea d’aria); ma poi, forse per guadagnare tempo nell'opera di fortificazione nonché per considerazioni di carattere strategico, scelsero di resistere ad oltranza sulla linea del Sangro, denominata “Bernhard-Stellung”. La linea del Trigno, definita come “Barbara-Stellung” assunse invece le caratteristiche di una linea tattica ritardatrice. Si trattava insomma di resistere il più a lungo possibile sul Trigno per creare le migliori condizioni di difesa sul Sangro in attesa che le piogge e i primi rigori dell’autunno, nel particolare terreno dell’Abruzzo, cominciassero a produrre effetti negativi sul morale delle truppe di Montgomery (in particolare di quelle del Commonwealth, provenienti dai paesi più disparati: India e Pakistan, Australia, Nuova Zelanda, Canada ecc.).
Va comunque ricordato che i comandanti germanici (dal 21 novembre, Hitler e l’OKW avrebbero affidato a Kesselring il comando di tutte le truppe operanti in Italia) dosarono sempre accuratamente gli effettivi e la localizzazione delle loro formazioni in base alle reali necessità tattico-strategiche, distinguendosi in ciò dai comandanti alleati (Eisenhower ed Alexander) che, non di rado, andarono incontro a problemi relativi all’insufficiente coordinamento tra la V Armata americana e l’VIII britannica (anche per rivalità personali tra Clark e Montgomery) nonché a momentanee difficoltà di ordine logistico.
Intorno alla metà di ottobre, sulla linea San Salvo-Colli a Volturno i tedeschi disponevano ormai di 4 divisioni (su un totale di 18 divisioni allora presenti in Italia): la 16ª panzer, la 1ª paracadutisti, la 26ª panzer e la 29ª panzergrenadier (nell’ordine a partire dalla costa), raggruppate ìnsieme come LXXVI Panzer Korps sotto il comando del generale Herr. Queste risultavano tuttavia indebolite negli effettivi e allungate in parte nelle retrovie; mentre gli alleati disponevano di altrettante divisioni (la 78ª britannica, l’8ª indiana, la 1ª canadese e la 5ª britannica) ma tutte efficienti (con circa 18.000 uomini ciascuna) e schierabili sul fronte nonché dotate di forti supporti di artiglieria e carri. Da quando Foggia era caduta nelle mani dell'VIII armata, le forze aeree RAF e USAAF si erano inoltre praticamente assicurate il dominio dell’aria. Gli attacchi aerei, iniziati già dal mese precedente, si erano fatti in ottobre sempre più ìnsistenti e pesanti, tanto che i velivoli germanici si mostravano o intervenivano di rado. Ciò costringeva i tedeschi a muoversi quasi esclusivamente di notte. Gli Alleati infine potevano contare anche sul dominio del mare; nel golfo tra Vasto e Termoli operavano, in appoggio alle forze terrestri, due cacciatorpediniere, una flottiglia di motosiluranti ed altre unità navali.
I testimoni locali della battaglia concordano sulla effettiva disparità di forze e di risorse tra i due schieramentì; d’altronde è noto come Montgomery, il generale tutto Bibbia e rigore, il vincitore di El Alamein (23 ottobre-5 novembre 1942), non attaccasse mai senza essersi assicurato un dispositivo logistico efficiente ed una forza di combattimento superiore a quella del nemico.
Così, sul basso Trigno nei giorni 8-22 ottobre i tedeschi poterono dedicarsi quasi interamente ad attività di pattugliamento, fortificazione e logistiche più in generale. Essi, che avevano i punti di maggior forza in San Salvo e Tufillo, cominciarono a far saltare i ponti e a minare - con ordigni antiuomo e anticarro - strade e sentieri, imposero il coprifuoco alle popolazioni, continuarono a razziare o requisire animali, viveri, veicoli, macchine e strumenti di ogni tipo e infine sfollarono i paesi maggiormente esposti ai rischi dei combattimenti. Localmente si ebbero anche esecuzioni di civili, per malintesi o per rappresaglia al mancato rispetto degli ordini e delle leggi di guerra germaniche.
La loro posizione difensiva, la Barbara-Stellung, alla sinistra Trigno, si sviluppava, come al solito, in profondità: una prima linea di avamposti (appena rialzata, non troppo lontana dal fiume), una seconda di maggiore importanza, “Hauptkampflinie” (tra San Salvo, Tufillo, Torrebruna, Poggio Sannita, Civitanova, Sessano, Pesche, Colli a Volturno) e una terza linea, più arretrata, di riserva (Vasto, Furci, Carunchio, Castiglione, Forlì del Sannio). Gli Alleati, sulla sponda destra del Trigno, si assicuravano invece il controllo del territorio bassomolisano, si rifornivano di armi e materiali, cannoneggiavano e attaccavano dall'aria le postazioni tedesche mentre iniziavano le manovre di schieramento per la battaglia concentrando reparti di artiglieria e truppe tra Petacciato/Montenero, Mafalda, San Felice/Montemitro, Montefalcone e, più sporadicamente, nel settore tra Roccavivara e Bojano, anche al fine di ingannare il nemico sulle possibili direttrici di avanzata.
Il piano di sfondamento della linea germanica del Trigno elaborato da Montgomery prevedeva un primo attacco sulla direttrice Vinchiaturo-Isernia (per il 28 di ottobre) e un secondo e decisivo attacco lungo la costiera adriatica nella notte tra il 30 e il 31 ottobre. Egli intendeva sorprendere i tedeschi simulando la puntata principale dapprima sulla direttrice di Isernia (Statale 17) quindi sull’asse Tufillo-Palmoli quando in realtà le sue vere intenzioni erano di sfondare le difese nemiche in direzione di San Salvo, lungo la direttrice della Statale 16.
Le operazioni tuttavia si svilupparono con maggiore lentezza del previsto: le truppe alleate, in parte reduci dalle campagne d'Africa e di Sicilia, accusavano la stanchezza ma anche le difficoltà del terreno, sempre meno adatto ad una guerra motorizzata, di movimento. I tedeschi, inoltre, nonostante le sconfitte, il morale basso e i problemi nei rifornimenti, si mostravano più decisi che mai a resistere e certo non si lasciavano trarre in inganno dalle tattiche fuorvianti di Montgomery, ben conoscendo la fretta del generale di arrivare alla valle del Pescara e di piegare poi su Roma.

La battaglia del Trigno

La battaglia del Trigno ebbe inizio nella notte tra il 22 e il 23 ottobre, allorché un battaglione della 78ª Divisione britannica riuscì ad attraversare il fiume nella piana di San Salvo e a stabilire una testa di ponte sulla riva sinistra del corso d'acqua (bosco Motticce-Padula). Ma i pattugliamenti e i piccoli scontri sulla linea degli avamposti tedeschi non diedero, nei giorni successivi, risultati confortanti, tanto da indurre Montgomery a tentare una prima decisa azione di sfondamento alle postazioni nemiche di San Salvo già nella notte tra il 27 e il 28 ottobre. Dopo una violenta preparazione di fuoco, truppe irlandesi appartenenti alla 38ª Brigata della 78ª Divisione tentarono, nelle prime ore del 28, di occupare il paese, ma furono respinte con gravi perdite. L’avanzata dovette essere fermata e le truppe riportate sulle posizioni di partenza. Entro il 29 di ottobre, i britannici nell’area costiera avevano già subito circa 100 morti, 250 feriti e 55 prigionieri. Nei soli giorni 27 e 28 ottobre essi avevano sparato ben 14.000 colpi di artiglieria. Il mese di ottobre si concludeva così con un unico successo alleato: la conquista di Cantalupo, avvenuta il giorno 31, con Isernia e San Salvo che restavano ancora saldamente in mano tedesca.
Montgomery concentrò allora il grosso delle sue forze nella bassa valle del Trigno e decise di attaccare risolutamente le posizioni nemiche sulla costiera nella notte tra il 2 e il 3 novembre. Più all'interno, l’8ª Divisione indiana avrebbe preceduto (nella notte tra il 1 e il 2 novembre) e poi accompagnato tale azione puntando su Tufillo e Palmoli. La posta in gioco si faceva sempre più alta, e un nuovo insuccesso alleato avrebbe fatto saltare tutti i piani di avvicinamento e di contatto con le difese germaniche della valle del Sangro.
L’assalto alle posizioni nemiche del basso Trigno fu perciò preparato con molta cura e fu preceduto da intensi bombardamenti terrestri e aeronavali che crearono il panico tra gli abitanti dei paesi sulla riva sinistra del fiume. Tufillo fu attaccata, senza successo, da pakistani e inglesi già la notte del 1/2 novembre. Nelle ore centrali del 2 novembre 1943, bombardieri tattici e cacciabombardieri alleati colpirono Cupello, Furci, Fresagrandinaria, Dogliola, Celenza, Carunchio provocando morti più tra i civili che tra le truppe tedesche. Obiettivo dei bombardamenti era di isolare le posizioni tedesche di San Salvo e Tufillo, che sarebbero state attaccate dalle fanterie e dai carri la notte successiva.
Nella tarda serata del 2 novembre, mentre 1’8ª Divisione indiana provava per la seconda volta a prendere Tufillo (con la 19ª Brigata di fanteria) e falliva ancora l'obiettivo - dopo uno scontro cruento durato tutta la notte e il dì seguente con gli uomini del 3° Reggimento paracadutisti tedesco del col. Heilmann -, sulla costiera il cannoneggiamento terrestre e navale in direzione dei colli di San Salvo, Cupello e Vasto divenne violentissimo. Un poco più tardi, alle ore 1 antimeridiane del 3, mentre i cannoni Bofors sparavano proiettili traccianti, simulando un'azione, sulla direttrice Montenero-Montalfano, i battaglioni d'assalto della 78ª Divisione britannica iniziarono l'avanzata verso le posizioni nemiche di San Salvo, su di un fronte lungo quasi 5 chilometri (dal mare all’inizio della Bufalara). Intorno alle ore 3.30, una flottiglia di motosiluranti simulava inoltre uno sbarco, a tergo delle posizioni germaniche, in un punto a mezza strada tra la foce del Trigno e la Marina di Vasto per tenere sotto pressione i comandi tedeschi. La simulazione produsse i suoi effetti. Poco prima dell'alba del 3 novembre (quando già erano state sparate 25.000 granate sulle posizioni della 16ª panzerdívision), la battaglia cominciò a volgere lentamente a favore dei britannnici. I carri “Sherman” del 46° “Royal Tank Regiment”, aprendo un varco negli avamposti nemici de “I Colli” (sulla direttrice della via vecchia di Montenero e dell’attuale via Bellisario), consentirono alle fanterie irlandesi e inglesi di raggiungere le periferie meridionale e orientale di San Salvo. Il battaglione irlandese degli “Inniskilling” iniziava allora lo sgombero di San Salvo, operazione portata a termine entro le ore 10, impegnando scaramucce con pattuglie nemiche (durante la ritirata entro l’abitato, 2 soldati tedeschi venivano uccisi da civili). Nel frattempo, il saliente di Cupello era ancora pesantemente colpito dall’aria, da squadriglie di bombardieri medi tattici alleati, le cui bombe più grandi colpirono anche alcune abitazioni, causando la morte di 74 persone in totale.
Il saliente tedesco di San Salvo aveva dunque ceduto. Ma unità del 2° Reggimento panzer tentarono ben presto un primo contrattacco, che si sviluppò tra le 10 e le 11 antimeridiane. Nonostante i progressi e un furioso scontro di carri in mezzo agli ulivi sotto il paese (il più importante combattimento corazzato tra panzer Kw IV e Sherman della guerra in Abruzzo), che costrinse gli Sherman dei britannici ad arretrare verso il fiume (con sensibili perdite), i tedeschi per deficienza di fanteria non riuscirono tuttavia a richiudere la falla rimasta aperta nella linea degli avamposti.
Il generale Sieckenius, comandante della 16ª Divisione panzer, preparò allora una seconda, disperata controffensiva per riconquistare San Salvo, il cui scalo ferroviario (difeso da reparti del 64° Reggimento panzergrenadier) ancora resisteva. Il contrattacco fu sferrato da due compgnie di cannoni d’assalto e due di fanteria (rimaste in riserva nell'area di Vasto) alle 15.30 del 3 novembre. Il contrattacco respinse le fanterie britanniche dei “Buffs” (del “Royal East Kent Regiment”), che presidiava l’area di contrada Sant’Antonio, con perdite fin dentro l’abitato di San Salvo ma dovette poi essere arrestato poco prima della notte, alle ore 17.10, a causa del forte fuoco di artiglieria e carri nemico. A partire dalle 19.30, un sopraggiunto ordine di sganciamento del generale Herr consentiva alla truppe tedesche di poter iniziare una ritirata tattica combattente sulla posizione Vasto-Cupello-Furci.
Dopo alcuni piccoli scontri il giorno 4, sulla linea Colle Pizzuto (“Vineyard Hill”) Masseria Genova-Rulli, il giorno 5 novembre le prime unità dell’VIII Amata britannica poterono così entrare a Vasto e Cupello, ormai abbandonate anch'esse dai tedeschi, in ripiegamento verso l’area di Scerni-Paglieta-Atessa e il Sangro. La marcia di inseguimento del nemico proseguì nei giorni successivi, fino al raggiungimento della riva destra del fiume Sangro (nei pressi di Torino di Sangro) già dall'8/9 novembre 1943.
Nel contiguo settore sinistro del fronte, nel frattempo l’8ª Divisione indiana (dopo tre ripetuti insuccessi) occupava finalmente Tufillo, il 4, località che era stata difesa dal 3° Reggimento della provata ma risoluta 1ª Divisione paracadutisti di Heidrich, e raggiungeva il 5 novembre Palmoli, sgomberando successivamente la strada Statale 86 tra Vasto e Torrebruna.
Isernia, attaccata negli stessi giorni dalla 5ª Divisione britannica era stata anch’essa raggiunta e occupata il 4 novembre. Truppe da ricognizione indiane e britanniche pattugliavano intanto le aree poste tra le principali direttrici di avanzata e occupavano i restanti centri della sponda sinistra del fiume (Lentella, Fresagrandinaria, Dogliola, Furci ecc.) tra il 6 e l’8 novembre. Le memorie dei generali alleati sottolineano l'impegno e il coraggio dell’8ª Divisione indiana, al suo primo combattimento importante, e l'esperienza della 78ª Divisione britannica che insieme avevano costretto i tedeschi ad arretrare più in fretta di quanto intendessero. In diverse località della valle la popolazione ricorda tuttavia i numerosi solleciti inviati ai soldati alleati che spesso si attardavano ad occupare i centri urbani anche quando erano già stati abbandonati dalle truppe della Wehrmacht.
Più all'interno, piccoli combattimenti (fra truppe canadesi e retroguardie della 29ª Divisione panzergrenadíer) si erano intanto avuti nell'area di Torella e Molise (il 26-27 ottobre); mentre le località di San Biase, Duronia e Salcito vennero occupate, senza resistenza, tra il 4 e il 6 novembre.
Nell'alta valle, l'avanzata della 1ª Divisione canadese da Campobasso e Torella verso il Sangro, per quanto ostacolata solo da pattuglie di paracadutisti tedeschi, mine e demolizioni stradali, fu molto lenta. Pescolanciano venne raggiunta il 7 di novembre; Carovilli l’8; Agnone tra il 9 e il 10; Vastogirardi il 17; e Capracotta non prima del 19 novembre.
Quest'ultima località fu trovata pressoché interamente demolita, in quanto Kesselring e i comandi della X Armata tedesca avevano deciso di trasformare in "terra bruciata" l’intera area compresa tra l'alto Sangro e la valle dell'Aventino (dove si stava attestando il fronte autunno-invernale). Le demolizioni operate in novembre dai genieri tedeschi interessarono tratti e ponti stradali, grandi opere pubbliche (stazioni ferroviarie, binari e tunnel ferroviari, impianti idroelettrici ecc.), aziende e laboratori artigianali, fino a interi quartieri o alla demolizione degli stessi centri urbani (più di 20 vennero cancellati nella loro identità urbanistica e storica).

L'immediato dopoguerra

Terminati i combattimenti sul fiume Trigno, le attese dei comandi tedeschi e alleati si concentrarono pertanto sull'ormai imminente battaglia del Sangro-Garigliano (“Bernhard-Stellung” o “Winter Line” per ciascuna delle parti): dove si sarebbero decise le prospettive della Campagna d'Italia. Intanto anche il tempo era peggiorato. Una pioggia insistente e fredda cominciò a cadere dal 7/8 novembre, accrescendo i disagi delle truppe di entrambi gli eserciti.Sul terreno dei campi di battaglia, devastato dalle operazioni belliche, restavano i segni degli scontri, e il sangue versato dagli uomini degli opposti schieramenti. Ha scritto lo storico di Montenero di Bisaccia E.A. Paterno, circa i combattimenti sul basso Trigno: "Mi resi conto della violenza della battaglia quando potei andare a Vasto. La Bufalara era tutta sconvolta e tank, carri armati e altri mezzi bellici giacevano distrutti e fatti a pezzi; alcuni capovolti; nella piana vi era un cimitero di queste macchine non più servibili, e resti umani ancora insepolti".
E' difficile, anzi impossibile, dire esattamente quante furono le vittime della battaglia. Le perdite della 78ª Divisione britannica ammontavano a più di 1000 uomini (250 morti, 700 feriti e 55 prigionieri); nell’8ª Divisione indiana il 6° battaglione del 13° reggimento “Royal Frontier Force Rifles” ebbe 38 morti, 209 feriti e 14 dispersi; il 1° battaglione del 15° “Essex Regiment” circa 36 morti e 139 feriti; gravi anche le perdite del 3° battaglione dell’8° “Punjab Regiment”. Perdite minori si ebbero nelle operazioni attraverso la media e alta-valle. Non ben conosciute ma certamente inferiori le perdite delle formazioni tedesche (un'ipotesi molto approssimativa, indica in almeno 200/250 i morti e in almeno 500 i feriti del LXXVI Panzer Korps). Quanto ai civili, si ebbero circa 400 morti in totale: 35 morti circa a San Salvo (di cui 14 il giorno 3 novembre 1943), circa 30 a Vasto, 126 a Cupello, 2 a Lentella, 10 a Fresagrandinaria, 4 a Dogliola, 7 a Tufillo, 10 a Furci, 1 a Palmoli, circa 25 a Celenza, 11 a Carunchio, circa 6 a Castiglione, 2 ad Agnone e contrade, 2 a Pescolanciano, 14 a Capracotta, 2 a Civitanova, 3 a Duronia, 13 a Torella, più di 6 a Bagnoli, 2 a Trivento, 5 a Tavenna, 2 a Roccavivara, circa 4 a Montefalcone, circa 9 tra Montemitro e San Felice, 11 ad Acquaviva, circa 10 tra Mafalda e Tavenna, 20 a Montenero di Bisaccia e altri ancora nelle restanti località della valle, in gran parte a seguito dei bombardamenti aerei alleati e in parte minore per fuoco di artiglieria, per mine antiuomo e anticarro o per essere incorsi in esecuzioni o rappresaglie tedesche (circa 35). Almeno altri 1.000 civili rimasero feriti.

Mentre il fronte e i combattimenti si spostavano verso il Sangro, l'area del basso Trigno divenne un importante retrovia logistico per l’VIII Armata britannica. Vi si trovavano attendamenti di truppe (ai lati della Statale 16), ospedali da campo, grandi depositi di munizioni e persino una pista di volo (alla Marina di San Salvo) che insieme a quella di Montenero Marina (Cutella), sarebbe stata identificata con l’appellativo di "Trigno-Airfield". Vi erano basate squadriglie di caccia “Spitfire” e aerei da ricognizione attivi sul fronte di guerra in Italia e in attacchi contro la Jugoslavia. Un ruolo analogo sarebbe stato svolto dalla località di Isernia e, per un breve periodo (novembre-dicembre) e in termini assai più ridotti, dall’area di Carovilli (peraltro luogo di raccolta degli sfollati dell'alto Trigno e Sangro, poi smistati verso Campobasso e infine nei campi profughi delle Puglie). Il territorio occupato veniva intanto sottoposto all’autorità militare alleata (AMGOT, poi AMG), il cui regime sarebbe rimasto in vigore fino all'ottobre 1944.
Per tornare alle normali condizioni di lavoro e di vita sarebbe stato necessario del tempo (da qualche mese a qualche anno, a seconda delle località). Le difficoltà iniziali vennero superate grazie agli aiuti alleati e al mercato nero, ma soprattutto con le prestazioni lavorative presso le basi alleate di San Salvo, di Montenero e di Termoli, pagate, con moneta di occupazione (AM LIRE), a 50 lire al giorno.
 
 

The valley of Trigno in World War II - The fighting in October-November
edited by John Artese
Premise

Between late October and early November 1943 the valley was the scene of Trigno important, however brief, military operations linked to the developments of World War II.
In those days the line is Isernia San Salvo-attested fact, and then fought as part of the so-called "Italian Campaign", a part of the Allied troops advancing from Puglia and southern Italy and secondly those German retreat to the Sangro and the north of the peninsula.
The local population, after exposure, often defenseless against such operations, suffered the same way as the events of a terrible natural disaster, paying the consequences in terms of disruption, damage and loss.
The launch of the "Campaign of Italy" and the fighting in Termoli

The night of 24/25 July l943, following the disastrous results of war on several fronts (with the Anglo-American fighters and already landed in Sicily), the Grand Council of Fascism sfiduciò Mussolini, and the next day the King Vittorio Emanuele III deprived him of power and had him arrested. Mussolini's regime collapsed suddenly, to the relief of all anti-fascists, but for Italy opened one of the saddest and most difficult periods in its history.
The new government, entrusted to General Badoglio, declared that the war would continue, but, noting the seriousness of the situation, began to negotiate with the Allies for the surrender. The Germans, seeing the state of decay that was heading to Italy, meanwhile, decided to strengthen their military presence, both to protect themselves from possible changes of alliance by the new Italian Government as to better cope with the allied army, which now was completing the occupation of Sicily and was heading toward the Strait of Messina and Calabria. Dissolved so faint hopes of the population for an immediate end to the war, while Italy was about to become - as had happened many times before - the battleground of foreign armies.
On 8 September, in fact, when you spread the news of the armistice and the unconditional surrender of the government of Rome to the Allies, the "Italian Campaign" was practically already begun. Part of the British Eighth Army General Montgomery went back quickly Calabria and the remainder comiciava to land in Puglia (Taranto, Bari) in order to advance in the direction of Foggia, while the American Fifth Army landed at Salerno Clark (8 / Sept. 9) and began operations in the direction of Naples. The objective of the two armies was to reach - it was believed a few weeks - with a parallel and coordinated operation, the Rome-Pescara occupied the capital of Italy itself (considered an important policy goal rather than military).
The OKW (Supreme Command of the Wehrmacht), uncertain whether to engage the top anglomerícani south of Rome, as he wanted Kesselring, or the Tuscan-Emilian Apennines, as he wanted Rommel, meanwhile, decided (as of September 15 to 20 ) to increase the opposition and ordered the advance of enemy troops of the Tenth Army, von Vietinghoff (stationed in southern Italy) to fall back slowly to the north - waiting for reinforcements - on the lines of abutting rivers Biferno-Low Volturno ( Viktor-Stellung), High-Trigno Volturno (Barbara-Stellung) and Garigliano-Sangro (Bernhard-Stellung) to counter and then gradually stop the advance of the two allied armies.
The witnesses of the events on Trigno told of an uninterrupted movement of Germanic troops - especially from south to north - between mid-September and mid October 1943, in particular through the main roadways. The Germans also requisitioned weapons, food and provisions valid and compelling men to work performance free to create trenches, fortifications and places for various guns. It was now evident that they were preparing to resist even to the Allies on the river line. The psychological climate darkened: tensions and fears began to spread in all locations.
At the end of September, the British Eighth Army had completed the occupation of Puglia and through the use of the ports of Taranto, Bari, Barletta was reinforced by men, weapons and materials: new divisions, such as the 8th Indian and 78 th British were coming to detect the first line and then on the Biferno Trigno.
Termoli, the cornerstone of the Germanic BIFERNO weak position, was attacked by surprise by the sea on the night of 2 October 1000 by British commandos from Manfredonia, the town was soon conquered while he 78th Division troops and other major units of the eighth Army moved from Serracapriola and Foggia, to Termoli, Larino and Vincentia.
The Germans, riavutisi by surprise, did intervene (from the Tyrrhenian side) the 16th Panzerdivision, fresh from fighting in Salerno: the battle around Termoli raged for three consecutive days (4, 5 and 6 October) with heavy casualties on both sides, but the arrival of fresh contingents and the landing of two brigades of the British 78 th Division at last forced the men of the 16 th Panzer a tactical retreat in the direction of Guglionesi, Petacciato and San Salvo.
Although short, the violent fighting on Biferno (particularly between Termoli and St. James) was a signal for the allies of the will of the Germans to resist as long as possible, which, on the Adriatic coast, in the autumn and early winter 1943 1943-44, would have actually continued to do on Trigno and then, above all, on the Sangro in the Moro and Ortona. (PRIMA INTERPUNZIONE)

The British Eighth Army closed position Trigno (Barbara-Stellung)       

October 8 to 22 days in Montgomery granted a rest period of its formation, whereas the long distance traveled from Sicily, then from Calabria and Puglia to the Molise had worn out his device logistics and administration. Meanwhile divisions of his Eighth Army slowly closed until the new German positions, occupying almost all the centers situated between the right and Biferno Trigno (Petacciato October 19, Montenero di Bisaccia October 22, October 24 Acquaviva, San Felice, Montemitro and Montefalcone October 27) and preparing the next, challenging battle on the defensive line Germanic San Salvo-Colli a Volturno.
Says John Nativio that "the Germans were at first uncertain whether to spend the winter on or Trigno Sangro". Both valleys were suitable in fact do a better job (in the stretch between San Salvo Marina and Marina di Minturno the Italian peninsula reaches its minimum width: 120 km as the crow flies), but then, perhaps to gain time in ' fortification as well as strategic considerations, chose to resist to the bitter end on the line of the Sangro, called "Bernhard-Stellung". The line of Trigno, defined as "Barbara-Stellung" assumed instead the characteristics of a line delaying tactic. It was short, to hold out as long as possible on Trigno to create the best conditions for the defense on the Sangro waiting for the rains of autumn and early penalties, in particular land of Abruzzo, began to produce adverse effects on the morale of troops Montgomery (in particular those of the Commonwealth, from countries as diverse as India and Pakistan, Australia, New Zealand, Canada etc..).
But remember that the Germanic commanders (from November 21, Hitler and the OKW, Kesselring would task the command of all troops operating in Italy) dosarono more accurately the actual and the location of their training based on real tactical and strategic needs , which distinguishes it from the Allied commanders (Eisenhower and Alexander) that, not infrequently, came out to problems related to insufficient coordination between the U.S. Fifth Army and the British VIII (even for personal rivalry between Clark and Montgomery) as well as temporary and logistical difficulties.
Around the middle of October, on the line San Salvo-Colli a Volturno, the Germans possessed now of four divisions (of a total of 18 divisions then present in Italy): the 16th Panzer, the 1st Parachute, the 26th Panzer and 29th Panzergrenadier ( order from the coast), grouped together as LXXVI Panzer Korps under the command of General Herr. These were, however, weakened in actual and extended in part to the rear, while the Allies possessed as many divisions (the 78 th UK, 8 th Indian, the 1 st Canadian and 5 th British) but all efficient (with about 18,000 men each), and deployable on the front and with strong support of artillery and wagons. Since Foggia had fallen into the hands of the eighth army, air force RAF and USAAF were also virtually ensured the domination of the air. The airstrikes, which started from the month earlier, had become increasingly insistent in October and heavy, so that the aircraft showed Germanic or rarely intervened. This forced the Germans to move almost exclusively at night. Finally, the Allies could count on the domain of the sea in the gulf between Vasto and Termoli operated, in support of ground forces, two destroyers, a flotilla of torpedo boats and other vessels.
The local witnesses of the battle agree on the actual disparity of power and resources between the two sides, moreover, is known as Montgomery, General and rigor throughout the Bible, the victor of El Alamein (23 October-5 November 1942), no attack ever without having secured a device efficient logistics and a fighting force than that of the enemy.
Thus, the low Trigno on days 8 to 22 October the Germans were able to devote himself almost entirely to patrol activities, fortifications and logistics in general. They, who had the great strengths in San Salvo and Tufillo, began to blow up bridges, and undermine - with antipersonnel and antitank mines - roads and paths, imposed a curfew on the population, continued to raid and seize animals, food, vehicles , machinery and tools of all kinds and finally became refugees as the countries most exposed to the risks of combat. Locally, there were also executions of civilians, in retaliation for misunderstanding or failure to comply with orders and the laws of war Germanic.
Their defensive position, the Barbara-Stellung, Trigno to the left, was developed, as usual, in depth: a first line of outposts (just raised, not too far from the river), a second more important, "Hauptkampflinie" ( between San Salvo, Tufillo, Torrebruna, Poggio Sannita, Civitanova, Sessano, Peaches, Colli a Volturno) and a third line, the rearmost of reserves (Vasto, Furci, Carunchio, Castiglione, Forlì del Sannio). The Allies, on the right bank of Trigno, but they made sure the control of the territory bassomolisano, stocked up on weapons and materials, cannoneggiavano and attacked German positions from the air as they began maneuvering for battle deployment concentrating artillery and troops from Petacciato / Montenero, Mafalda, San Felice / Montemitro, Montefalcone and, more sporadically, in between Roccavivara and Bojano, in order to deceive the enemy about possible lines of advance.
The plan to break through the line of Germanic Trigno developed by Montgomery provided a first attack on the Isernia-director Vincent (to Oct. 28) and a second and decisive attack along the Adriatic coast in the night between 30 and 31 October. He intended to surprise the Germans simulating the main stake on first director of Isernia (SS 17) then Tufillo-axis Palmoli when in fact his true intentions were to break through enemy defenses in the direction of San Salvo, along the line of State Road 16 .
The operations, however, developed more slowly than expected: the Allied troops, who had taken part in the campaigns of Africa and Sicily, accusing fatigue but also the difficulty of the terrain, less suitable for a war motorized motion. The Germans, moreover, despite the defeats, low morale and problems in supply, were more determined than ever to resist and certainly did not let themselves be deceived by the misleading tactics of Montgomery, well aware of the general haste to get to the valley Pescara and then bend over Rome. ( SECONDA INTERPUNZIONE)

The battle of Trigno         

The battle of Trigno began on the night between 22 and 23 October, when a battalion of the British 78th Division succeeded in crossing the river on the plains of San Salvo and establish a bridgehead on the left bank of the stream (forest Motticce -Padula). But the patrols and small battles on the line of outposts Germans gave in the days following, encouraging results, prompting Montgomery groped a first decisive action to break through the enemy positions in San Salvo already in the night between 27 and 28 October. After preparation of a violent fire, Irish troops belonging to the 38 th Brigade 78 th Division attempted in the early hours of 28 to occupy the country, but were repulsed with heavy losses. The advance had to be stopped and the troops found the line of departure. By 29 October, the British in the coastal area had already suffered about 100 killed, 250 wounded and 55 prisoners. In just 27 days and 28 October, they had fired 14,000 rounds of artillery. The month of October thus ended successfully with a single ally: the capture of Cantalupo, occurred on day 31, with Isernia and San Except that there were still firmly in German hands.
Montgomery then concentrated the bulk of its forces in the lower valley of Trigno and resolutely decided to attack enemy positions on the coast in the night between 2 and 3 November. Further inland, the 8th Indian Division had preceded (the night between 1 and 2 November) and then accompanied the action and focusing on Tufillo Palmoli. The stakes grew higher, and a new ally failure would have blown all the plans of approach and contact with the Germans defended the valley of the Sangro.
The assault on the enemy positions below Trigno was so carefully prepared and was preceded by intense air and naval bombardment and land which created panic among the inhabitants of the countries on the left bank of the river. Tufillo was attacked unsuccessfully by British and Pakistanis have the night of 1/2 November. During the middle of November 2, 1943, Allied bombers and tactical fighter-bombers hit Cupello, Furci, Freshwater, Dogliola, Celenza, Carunchio causing more deaths among civilians than among the German troops. The aim of the bombing was to isolate the German positions in San Salvo and Tufillo, reportedly attacked by infantry and tanks the next night.
In the late evening of November 2, while 1'8 th Indian Division had for the second time to take Tufillo (with the 19th Infantry Brigade) and still failed the goal - after a bloody battle lasted all night and the next day with men of the 3rd Parachute Regiment of the German col. Heilmann - on the coastal land and naval gunfire in the direction of the hills of San Salvo and Vasto Cupello became violent. A little later, at 1 am on the 3, while the Bofors guns were firing tracer bullets, simulating action, the Director-Montalfano Montenero, the assault battalions of the British 78 th Division began the advance towards the enemy positions in San Except, on a front almost 5 kilometers long (from the sea at the start of Bufalara). At around 3.30, a flotilla of torpedo boats also simulated a landing on the back of the Germanic positions, at a point midway between the mouth of Marina di Vasto Trigno and to keep pressure on the German command. The simulation produced its effects. Shortly before dawn on November 3 (when it already had 25,000 shells were fired on the positions of the 16th Panzerdivision), the battle began to turn slowly in favor of britannnici. The wagons "Sherman" by 46 ° "Royal Tank Regiment," opening a gap in enemy outposts of "The Hills" (on the main street of the old way of Montenero and Bellisario), allowed the infantry to reach the British and Irish southern and eastern suburbs of San Salvo. The battalion of the Irish "Inniskilling" Then began the evacuation of San Salvo, transaction finalized within 10 hours, engaging skirmishes with enemy patrols (during the retreat within the town, 2 German soldiers were killed by civilians). Meanwhile, the highlight of Cupello was still heavily affected by air, squadrons of medium bombers tactical allies, whose biggest bombs also struck some houses, killing 74 people in total.
The highlight of the German St. Except, therefore, had surrendered. But units of the 2 nd Panzer Regiment attempted soon a first counter, which developed between 10 am and 11 am. Despite the progress, and a furious clash of chariots in the midst of olive trees in the country (the most important armored fighting between Sherman and Panzer IV Kw of war in Abruzzo), which forced the British to retreat of Sherman to the river (with considerable loss) The Germans failed for lack of infantry, however, to close the loophole left open in the line of outposts.
The general Sieckenius, commander of the 16 th Panzer Division, then prepared a second, desperat
Giovanni Artese
Il generale Traugott Herr, comandante del LXXVI Panzerkorps tedesco
11/12 novembre 1943.- Un “panzer Kw IV”, perduto dai tedeschi il 3 novembre a San Salvo. In alto, sulla destra, è visibile la chiesetta di San Rocco (per gentile concessione dell’Imperial War Museum - London).
4 novembre 1943. “Un carro Sherman in movimento per l’attacco su Vasto” (per gentile concessione dell’Imperial War Museum - London).
Vasto, 30 dicembre 1943. Una guardia d’onore del “London Irish Rifles” presenta le armi al generale Montgomery, in occasione delle cerimonie di commiato del generale dal comando dell’8ª Armata britannica e dall’Italia. Montgomery, Eisenhower ed altri
6 novembre 1943. Soldati del “6° Lancers” (unità da ricognizione dell’8ª Divisione indiana) fraternizzano a San Felice con gli abitanti del posto (da G. Artese, La guerra in Abruzzo e Molise 1943-44, vol. I, per gentile concessione dell’Imperial War
4 marzo 1944. L’aereo - un DC 3 Dakota - del comandate dell’8ª Armata britannica, generale Leese, con il suo equipaggio statunitense, sulla pista di volo del Trigno (per gentile concessione dell’Imperial War Museum - London).
3/4 novembre 1943. “Due prigionieri tedeschi, catturati in San Salvo [lungo corso Garibaldi] vengono fatti salire su un autocarro e portati via per l’interrogatorio” (da G. Artese, La guerra in Abruzzo e Molise 1943-44, vol. I, per gentile concession
6 novembre 1943. Vasto. “I cittadini si preparano all’entrata dell’8ª Armata. Alcuni di essi stanno attaccando un manifesto di benvenuto agli uomini di Montgomery” (da G. Artese, La guerra in Abruzzo e Molise 1943-44, vol. I, per gentile concessione
Una veduta del “Sangro River War Cemetery” di Torino di Sangro. Realizzato a partire dal 1953, accoglie le spoglie di 2.619 soldati britannici e del Commonwealth (esclusi i canadesi, sepolti a San Donato di Ortona) caduti nella guerra 1943-44 in Abru
5/6 novembre 1943. Da un’altura dominante il letto del Trigno, “il maggiore C.P. Hider indica al tenente G.C. Saboneau un particolare del ponte in ricostruzione”. Il ponte della Statale 16 era stato fatto saltare dai tedeschi per una settantina di me