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08/11/2013, 23:35

L'Oratorio di Santa Maria della Croce di Pietranico (PE)

The Oratory of Saint Mary of the Cross of Pietranico

L’Oratorio è un monumento nazionale di notevole interesse storico ed artistico, riconosciuto e vincolato dal D. M. del 25 Ottobre 1950. Oltre ad essere stata per secoli una delle mete del ben noto circuito devozionale mariano delle “Sette Madonne Sorelle”, Santa Maria della Croce è il monumento più importante del paese, il centro di fede e di pietà mariana dei Pietranichesi ed uno dei Santuari mariani più frequentati dell’intero circondario.

Considerati il patrimonio architettonico, gli strucchi, gli affreschi e le tele racchiusi nella chiesa, si può ben dire che Santa Maria della Croce è un gioiello d’arte nonché uno dei pochissimi esempi di barocco primario dell’intera Ragione. A dire di Vincenzo Balzano, illustre studioso e scrittore d’arte abruzzese, è un piccolo capolavoro del ‘600, che insieme a S. Maria delle Grazie di Alanno, racchiude “quanto di più perfetto ha il Barocco italiano in fatto di architettura, pittura, di decorazione e d’intagli”. Si tratta di un giudizio molto lusinghiero, condiviso da altri illustri studiosi nel corso del novecento hanno ampiamente relazionato a riguardo: V. Bindi, l’Abate Luigi Da Vestea, G. Stafforello, E. Abbate ed ultimamente dai professori Ghisetti Giavarina e Damiano Fucinese.

Oltre che una cappella periferica, l’Oratorio di Santa Maria della Croce è un raro esempio di chiesa votiva, con una navata e due cappelle laterali, tipica delle cappelle rurali erette lungo gli storici percorsi tratturali ed utilizzate dai pastori erranti come sospirati luoghi di culto, ringraziamento e riposo. Ciò in quanto a suo tempo l’edificio era collocato nelle immediate vicinanze dell’importante Tratturo Magno L’Aquila-Foggia e del suo ramo secondario Centurelle - Montesecco.

La Chiesa fu edificata sulle spoglie di una vecchia “cona” preesistente per volere dell’Università pietranichese. I lavori per la costruzione iniziarono appena dopo la mirabile apparizione della Vergine ad un contadino e pastore del luogo di nome Domenico Del Biondo, verificatasi nella stessa località il 25 marzo 1613. La data incisa sul portale ci ricorda che l’edificio fu costruito nel 1618, ma i tempi per il completamento dei lavori dell’interno furono lunghi e si protrassero per oltre mezzo secolo. Al primo intervento documentato è datato 1628, ne seguirono altri nel 1656 ed altri ancora eseguiti nel 1670, tutti in ogni modo ricadenti entro il secolo; ciò fa desumere che le opere racchiuse all’interno dell’Oratorio pietranichese non hanno a che vedere con quanto realizzato tramite i molteplici interventi in stile “tardo barocco” realizzati negli Abruzzi dopo i catastrofici terremoti del primo decennio del ‘700.

Prima di descrivere il patrimonio racchiuso all’interno della Chiesa è d’obbligo precisare che il ‘600 fu un secolo sicuramente buio per l’Abruzzo e le sue popolazioni, che, oltre che dalle letali pestilenze verificatesi intorno al 1656 furono oppresse dall’esosità dei dominatori spagnoli e dalle violente repressioni da loro opposte ad ogni manifestazione. Tutto ciò, oltre a generare miseria e desolazione, favorì le famose insurrezioni antispagnole del 1647 e l’accrescersi in tutto il territorio abruzzese di sanguinose bande di briganti. Vittime di quanto appena riferito e frastornate dal clima generato dalla Riforma protestante e dalla concomitante Controriforma cattolica, le popolazioni, sentendosi sostanzialmente indifese reagirono affidandosi interamente al Divino ed in particolare alla Madonna. Alla quale, per arginare il dilagare dell’eresia protestante nel periodo della Controriforma furono erette e dedicate anche negli Abruzzi numerosi Santuari mariani, tra i quali spicca l’Oratorio di Santa Maria della Croce di Pietranico. Non a caso, sia l’anno in cui apparve la Vergine a Pietranico (25 marzo 1613), sia quello in cui fu avviata l’edificazione dell’Oratorio (1618) rientrano nel periodo storico appena citato.

L’Oratorio presenta una pianta a “T”rovesciata, con una navata e due cappelle laterali, ed è costituita da quattro spazi rettangolari a crociera, con l’ingresso nel lato maggiore. Esternamente la costruzione ha una facciata quadrata decisamente sobria, essenziale e senza ornamenti di rilievo, costituita da grossi blocchi di pietra regolare scalpellinata a coronamento rettilineo. La Cappella primaria racchiude la Navata centrale ed il Presbiterio. Al centro del frontone si apre una finestra di forma quadra posta sopra l’unico portale sorretto da stipiti decorati da mensole a fioroni. L'interno della Chiesa, che ha una struttura a tre bracci, è costituito come già accennato da una navata centrale e da due cappelle laterali: quella posta a sinistra è dedicata all'Annunziata mentre quella a destra a Santa Maria della Croce. Al visitatore che varca per la prima volta la soglia dell’Oratorio si presenta un ricchissimo interno di stile barocco, che contrasta in maniera evidente con l’austera facciata appena descritta. All’interno della Chiesa, dove la sontuosità del barocco ha trovato una sua felice espressione, si possono ammirare stucchi, dorature, fregi e decorazioni, tele e pitture al guazzo e tempera che ornano tutte le pareti e le volte interne. La navata e le cappelle laterali sono ornate da un trionfo di stucchi e decorazioni che contornano ben 55 scene e ritratti, suddivisi in tre cicli pittorici dovuti alla mano d’altrettanti autori.

Il ciclo degli affreschi della navata che conduce all’altare centrale rappresenta i miracoli di Cristo ed i misteri dolorosi. Sono opera di Berardino Cardarella e del figlio Francesco di S. Stefano (Sessannio?), che nel 1670 dorarono, da cielo a terra, pure la campata d’ingresso e probabilmente pure quella del presbiterio. Osservando la crociera d’ingresso, nel tondo centrale si scorge la rappresentazione della Trasfigurazione, mentre negli ovali delle vele figurano le scene di Gesù davanti ad Anna, a Caifa, ad Erode ed a Pilato. Nelle lunette laterali raffigurano invece, a sinistra, La tempesta sedata, Gesù e l’angelo dopo le tentazioni e La pesca miracolosa, quelle a destra, La guarigione del cieco, La Samaritana al pozzo e Gesù in casa di Zaccheo. Al contrario che nella navata centrale, nel presbiterio pur non apparendo organica e consequenziale la disposizione degli episodi rappresentati è possibile cogliere invece un discorso iconografico coerente e completo. Nell’ovale centrale della volta è raffigurata L’ultima cena, mentre in quelli delle vele L’Agonia nell’Orto del Getsemani, la Cattura la Flagellazione e l’Incoronazione di spine. Nell’intradosso che separa le due crociere sono invece raffigurati, in stucco, al centro la Colomba dello spirito Santo e a destra e sinistra Santi Vescovi, S. Antonio da Padova, S. Giuseppe e S. Michele Arcangelo: una delle figure di rilievo dell’universo culturale e devozionale dei pastori transumanti nonché patrono di Pietranico insieme a San Sebastiano e Santa Giusta. La pala dell’altare contiene la Crocifissione: accanto a Cristo in Croce, oltre a Maria, San Giovanni e la Maddalena, appena in secondo piano i Ss. Sebastiano e Carlo Borromeo. La precoce presenza di San Carlo, che fu canonizzato solo nel 1610, potrebbe essere spiegata col fatto che già dal XVI sec. i Borromeo erano commendatari della badia di Casanova e che a suo tempo il vescovo di Milano era anche lui invocato dal popolo contro la peste. Ai lati dell’altare centrale, in stucco lavorato, ci sono due statue di gesso a tutto tondo dorate rappresentanti San Pietro e Paolo, sorretti da due putti.

La cappella di sinistra, dedicata all’Annunziata, prende il nome dalla tela che sovrasta la cappella di sinistra è opera di Antonello di Castelli da Tocco. L’altare riccamente decorato, è affiancato da due colonne corinzie addossate a lesene sormontate da timpano curvilineo spezzato, e da altrettante nicchie con le statue dei Santi vescovi Biagio ed Egidio. Nella scena dell’Annunciazione ritroviamo gli elementi classici: l’angelo a sinistra, la Madonna sotto un padiglione e la finestra aperta su un paesaggio esterno che dà spazialità e profondità al tutto. In questa cappella ci troviamo di fronte ad una decorazione in stucco simile e forse coeva a quella della cappella della Madonna della Croce. Le parti pittoriche, anch’esse ad olio su muro risalgono al 1656, come indica l’iscrizione che ne ricorda l’artefice, Antonello de Castellis - toccolanus”, responsabile anche delle doratura degli stucchi. Si tratta di un ciclo pittorico modesto ed in gran parte ridipinto che illustra Storie di Maria e dell’infanzia di Cristo. Nella lunetta di destra osserviamo la rappresentazione dell’Epifania, firmata anch’essa da “Antonellvs de Castellis”. La scena non si svolge all’interno della tradizionale grotta ma all’aperto. Anacronisticamente i Magi sono vestiti da romani ed uno di loro, in gesto di sottomissione, s’inginocchia per baciare il Bambino, dopo aver consegnato la corona e lo scettro al suo servo. L’opera è di grande interesse pittorico e si pone al di fuori dei normali schemi iconografici. Vale la pena di soffermarsi ad ammirare quell’opera, dati i particolari pittorici ben definiti che conferiscono all’opera grande comunicatività. Antonello de Castellis era originario di Castelli ma naturalizzato a Tocco Casauria; si tratta di un pittore che operò per molto tempo nella zona e sposò una donna di Alanno lo stesso anno in cui eseguì l’opera: nel 1656. De Castellis decorò anche le volte, le lunette e l’arco della Cappella che racchiudono scene dedicate alla Natività, alla Vergine Addolorata, all’Immacolata, all’Assunzione, Pentecoste, Sacra Famiglia, alla Madonna di Sette Dolori ed alla Circoncisione.

A delimitare gli spazi delle due Cappelle laterali ci sono due balaustre lignee, finemente intarsiate, dello stesso stile di quelle dell'adiacente S. Maria delle Grazie di Alanno.

Alla Madonna della Croce, titolare dell’Oratorio, s’intitola invece la cappella destra, posta nel luogo più augusto e venerato dell’Oratorio. Dipinta interamente ad olio su muro è opera del pittore aquilano Tommaso di Berardino nel 1628 “Thomae Berardini Aquilani opus 1628”. La cappella si apre con due solenni figure dei Profeti laterali, Isaia e Michea; nel sottarco, al centro la Colomba dello Spirito Santo, ai lati, i quadretti dipinti con le immagini di Ss. Rocco, Ambrogio, Girolamo, Gregorio, Agostino ed Egidio. Internamente, l’ovale centrale della volta l’Eterno Padre benedicente, intorno, quelli dei quattro Evangelisti coi loro simboli. Nella parete di sinistra, la lunetta rappresenta la Visitazione e il riquadro sottostante lo Sposalizio della Vergine, mentre, nella parete di destra, in alto l'Annunciazione ed in basso la Natività di Maria. Di gran pregio e bellezza è l'affresco datato 1628 rappresentante la Visitazione, in cui il giovane volto di Maria contrasta con quello più sfiorito di S. Elisabetta. La cura particolare nei panneggi e le trasparenze conferiscono all'opera, che è in ogni modo la più notevole contenuta nell’Oratorio, un vago senso d’etereo. La doratura degli stucchi di questa cappella è stata curata invece nel 1630 da un tal Angelinus, identificabile come Angelo Beffi, che ha firmato con la scrittura a specchio alla maniera di Leonardo. L’altare, fatta eccezione per le colonne dorate e le due statue che lo affiancano all’interno di due nicchie con San Sebastiano e Santa Giusta (due dei tre patroni do Pietranico), sotto l’aspetto architettonico è del tutto simile a quello della cappella dell’Annunziata. A decorare gli spazi liberi delle pareti e delle volte ci sono naturalmente stucchi, dorature e fregi vari. Di gran pregio e bellezza è l'affresco che rappresenta la Visitazione, in cui il giovane volto di Maria contrasta con quello più sfiorito di S. Elisabetta. La particolare cura nei panneggi e le trasparenze conferiscono all'opera, che è in ogni modo la più notevole contenuta in tutto l'Oratorio, un vago senso d’etereo; alla maniera di Leonardo, l’autore Angelinus, identificabile come Angelo Beffi, firma con la scrittura a specchio. Il quadro dell’altare, come quello posto nel presbiterio, rappresenta la Crocifissione con i Santi Antonio da Padova, la Maddalena e l’Addolorata, ma a differenza di quello non è una tela ma un dipinto ad olio direttamente sullo stucco. Nel corso dei lavori eseguiti nel 2001, dopo aver rimosso gli strati preesistenti più volte “malamente” rifatti e ridipinti nel corso del novecento, questi è stato completamente restaurato dai tecnici incaricati dalla Soprintendenza ai B.A.A.A.S., che hanno riportato alla luce il dipinto più antico, tra l’altro apparso in corso d’opera in buone condizioni di conservazione.   

Paolo Di Berardino

The Oratory of Saint Mary of the Cross of Pietranico .

The Oratory is a national monument of great historical and artistic interest , is recognized and bound by D. M. of 25 October 1950 . In addition to having been for centuries one of the goals of the well- known circuit Marian devotion of the "Seven Sisters Madonnas ," Saint Mary of the Cross is the most important monument of the country , the center of faith and Marian devotion of Pietranichesi and one of the most Marian Shrines attended the entire vicinity .
Given the architectural heritage , “stucchi” , frescoes and paintings enclosed in the church , we can say that Santa Maria della Croce is a jewel of art and one of the very few examples of Baroque entire primary reason. As a matter of Vincent Balzano , a distinguished scholar and writer on art Abruzzo , is a small masterpiece of 600, which together with S. Maria delle Grazie in Alanno , contains " the most perfect life has the Italian Baroque in terms of architecture, painting , decoration and carvings ." It is a very flattering opinion , shared by other prominent scholars during the twentieth century have extensively reported about it: V. Bindi , Abbot Luigi Da Vestea , G. Stafforello , E. Abbate and lately by professors Ghisetti Giavarina and Damian Fucinese .
In addition to a chapel device , the Oratory of Saint Mary of the Cross is a rare example of a votive church , with a nave and two side chapels , typical of rural chapels erected along the historic sheep tracks and used by wandering shepherds longed as places of worship , thanksgiving and rest.
The Church was built on the remains of an old " cona " existing at the behest of the University pietranichese . Work on the building began just after the miraculous apparition of the Virgin Mary appeared to a peasant and local shepherd named Domenico Del Biondo , occurring in the same location March 25, 1613 .The date inscribed on the portal reminds us that the building was constructed in 1618 , but the time frame for completion of the work of the interior were long and continued for more than half a century.

On the first documented intervention is dated 1628, was followed by others in 1656 and others executed in 1670 , everyone in every way that fall within the century, what is inferred that the works enclosed within the Oratory pietranichese have nothing to do with what brought about by the multiple interventions in style " late Baroque " made ​​in the Abruzzi after the catastrophic earthquake of the first decade of the 700.
Before describing the heritage of the Church is enclosed within a must point out that the '600 century was definitely dark for the Abruzzo region and its peoples , that , in addition to the deadly plague that occurred around 1656 were oppressed of the Spanish rulers and the violent  repression of them opposed to all event.        All this , in addition to generating misery and desolation , favored the popular uprisings of 1647 against Spain and grow throughout the Abruzzo region of bloody gangs of bandits . Victims of what has been reported and bewildered by the climate generated by the Protestant Reformation and the Catholic Counter-Reformation concomitant , populations , feeling helpless reacted substantially relying entirely to the Divine and in particular to the Madonna. Which , to stem the spread of the Protestant heresy during the Counter- were erected and dedicated in the Abruzzi also numerous Marian shrines , among them the Oratory of Saint Mary of the Cross of Pietranico .Not surprisingly, both the year in which the Virgin Mary appeared in Pietranico ( 25 March 1613 ) , the one in which it was started the construction of the Oratory (1618 ) fall within the historical period just mentioned.
The altarpiece of the Crucifixion contains : next to Christ on the Cross , as well as Mary, St. John and Mary Magdalene , in just a second floor with SS Sebastian and Carlo Borromeo. The early presence of St. Charles , who was only canonized in 1610 , could be explained by the fact that since the sixteenth century . the Borromeo were commendatory of the abbey of Casanova , and that in his time the bishop of Milan was also invoked by the people against the plague.                                            
The chapel on the left , dedicated to the Annunciation , takes its name from the canvas above the chapel on the left is the work of Antonello di Castelli from Tocco . In this chapel we find ourselves in front of a stucco- like and perhaps coeval with that of the Lady Chapel of the Cross. The pictorial parts , also oil on the wall date back to 1656 , as the inscription that recalls the author , Antonello de Castellis - toccolanus " , also responsible for the browning of the” stucco” .It is a series of paintings modest and largely repainted illustrating stories of Mary and the childhood of Christ . In the lunette on the right we see the representation of the Epiphany, also signed by " Antonellus de Castellis ." It's worth stopping to admire this work , given the particular well-defined pictorial that give the work great communication skills . Antonello de Castellis was a native of Castles but naturalized in Tocco Casauria , is a painter who worked in the area for a long time and married a woman of Alanno the same year in which he executed the work : in 1656.
In the course of the work carried out in 2001 , after removing existing layers several times " badly " redone and repainted during the twentieth century , the altar has been fully restored by the technicians appointed by the Superintendent of BAAAS , which have unearthed the oldest painting , among other things, appeared in the course of work in good conditions .