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Le strutture templari e museali in Abruzzo e Molise
The temple structures and museums in Abruzzo and Molise
Quando si tratta di effettuare una ricognizione complessiva sulla realtà archeologica dell’Abruzzo e del Molise, dobbiamo considerare quest’area territoriale come indivisibile, omogenea ed unitaria, prescindendo dalle separazioni fittizie che sono il frutto di una modernità artificiale. Dal punto di vista storico-storiografico, sia l’Abruzzo che il Molise hanno avuto connotazioni morfologiche notevolmente simili, se non identiche, sin dai primordi archetipici della colonizzazione osca (di tipo esogeno e di derivazione baltica).
A partire dal 350 a.C. riscontriamo un’affermazione egemonica della popolazione sannitico-italica, la quale si dissemina uniformemente sulla totalità del territorio abruzzese-molisano. La proliferazione delle tribù sannitiche (Pentre, Frentane, Marsiche, Marruccine, Peligna) non scalfisce l’unitarietà territoriale in quanto lo Stato confederale sannitico ha una funzionalità ideologica invariabile. Stessa argomentazione può adoperarsi, mutatis mutandis, per quanto concerne il versante successivo della romanizzazione. In epoca romana tanto l’Abruzzo che il Molise fanno parte della Quarta Provincia di Roma, denominata Voltinia: un’agglomerazione compatta che troverà piena legittimazione nell’apogeo augusteo. Con Ottaviano Augusto le diversificazioni legate al Limes, ai confini territoriali incentrati sul particolarismo localistico, vengono meno e pertanto le diversità etnico-razziali sussistono solo come una modalità di residuo atavico.
Dobbiamo partire da queste premesse e da questi presupposti per comprendere il significato del patrimonio archeologico abruzzese-molisano. L’area archeologica sacra dei “Templi italici” di Schiavi di Abruzzo, come rileva lo studioso britannico Salmon, costituisce il ‘modello emblematico’ di tutto il territorio. Situata all’interno dell’Oppidum di Cominium (Comeno in lingua Osca), a breve distanza, in linea d’aria, dalla capitale pentra Aquilonia, questa struttura templare (con il Tempio A-maggiore e il Tempio B-minore, allineati parallelamente), era, senza ombra di dubbio, il baricentro centralizzato della sfera militare e della sfera religiosa sannitico-italica. Luogo di concentrazione e di ritualizzazione degli eserciti confederati sannitici (emanati dalla Lega sannitica), quest’area, di stilizzazione ionico/ellenistico/italiota (e con micro venature etrusche) ha visto, nel vertice della sua piramide, la presenza di prestigiosi: Meddix Touticus (Pontifex Maximus), a partire da Alvio Paccio, Gavio Ponzio, Gaius Papius Mutilus. Centrale crocevia strategico, questo territorio è stato innervato, per molti secoli, ad una vasta necropoli (Città dei Morti), di cui solo una microscopica parte è stata riportata in superficie. Nel Museo di Schiavi troviamo una classificazione e visualizzazione degli arredi funerari delle Tombe (a Camera o a Cappuccina), compreso gli involucri delle incinerazioni.
In prospettiva simmetrica troviamo l’area archeologica di Pietrabbondante (riconducibile all’atavica e gloriosa Bovianum Vetus); c’è da segnalare che, sia l’area di Cominium (Schiavi), sia la struttura monumentale, sacra e teatrale di Bovianum Vetus hanno avuto lo stesso architetto e costruttore, ovvero quel Papius Mutilus che ha lasciato la sua iscrizione nell’atrio del Tempio Minore di Cominium. La diversità consiste nell’effettuazione delle funzioni: Bovianum Vetus è il luogo della cultura, delle arti, della letteratura e della poesia; il ritrovamento, abbastanza recente, di una statua raffigurante Minerva (Dea della Sapienza) verifica e conferma questa ipotesi. Ma il Teatro all’aperto ha una caratteristica tanto poliatrica che polivalente; il Teatro è l’autentico Pantheon dello Stato senatoriale sannitico, esso svolgeva un primario compito politico dal momento che era il luogo di adunanza dei rappresentanti di tutte le Tribù, il luogo dove si prendevano le decisioni da ‘massimi sistemi’ (le dichiarazioni di guerra, le norme legislative,etc). La Tabula osca agnonensis costituisce la ‘Stele di Rosetta’ sannitica. Essa ci svela gli Arcana, la dislocazione delle Divinità, i boschetti sacri di Diana (cacciatrice), in sintesi la genesi della societas dei Safinos, dandoci una prova definitoria e incontrovertibile del livello di civilizzazione di questo popolo agreste e guerriero irriducibile. Quindi la Tavola Osca è il tessuto connettivo, il legante gnoseologico, degli interstizi della totalità della civiltà sannitica (che ha piena corrispondenza con l’altro grande polmone sannitico-campano, ovvero con la Civiltà irpina che ha come motore geo-politico e come capitale Maleventum-Benevento).
Agnone (ci è sconosciuto il nomen sannitico) costituisce un baricentro imprescindibile della fase di transizione dal modello sociale italico, a quello romano. Lungo la dorsale Agnone-Capracotta si è sedimentata la centralità fenicio-annibalica, non solo nelle modalità degli insediamenti, ma anche e soprattutto, sul versante linguistico-glottologico. Ma, per comprendere l’organicità della federazione di tipo safinim è fondamentale fare riferimento all’Oppidum frentano di Larino, anello di mediazione e di congiunzione della proliferazione delle tribù sannitiche. Nella Civitas di Larino era situata l’unica zecca di tutto lo Stato senatoriale; la monetazione riflette l’economia arretrata ed agreste, con un conio di scarso valore intrinseco, in special modo sul terreno dei grandi mercati internazionali (Fenici, Etruschi, Parsi, Macedoni e così via). Ma a Larino troviamo il grande anfiteatro gladiatorio , pervenuto a noi in ottimo stato di conservazione. Oltre agli spettacoli di sfide tra gladiatori, l’arena costituiva la spina dorsale per l’esercitazione e la formazione dell’esercito sannitico. In questo luogo avveniva la severa selezione per i soldati destinati alla Ligio Linteata , l’avanguardia elitaria di tutto l’esercito. A Larino si è formato il gladiatore Spartaco il quale, con la sua intelligenza ed il suo genio strategico, porterà Roma sull’orlo del baratro. Seguendo sempre questa direttrice troviamo il Municipium di Trivento (Terventum)-Canneto. Questo insediamento, marginale e limitrofo nella fase originaria, diventerà progressivamente sempre più centrale, fino ad assumere una posizione dominante ed egemonica sia nella fase della Repubblica che nella fase dell’Impero di Roma.
Canneto rappresenta un tipico insediamento romano, di elevata casta gentilizia; possiamo osservare, in discreto stato di conservazione, l’abitazione signorile (aristocratico-patrizia) romana nelle sue caleidoscopiche sfaccettature. E osserviamo come la sovrapposizione romana determini un effetto di cancellazione delle stratificazioni antecedenti pre-romana (osco-sannitiche). Per cui Canneto ci offre una lezione di metodologia storiografica, mostrandoci come i processi di cancellazione, da parte dei romani, siano programmatici, epistemici ed onnipervasivi. E’ questa l’essenza incandescente di Roma caput mundi, Divide et Impera, sfumato equilibrio di forza e consenso.
Dobbiamo poi pensare a Corfinium (in zona Sulmona), ultima capitale di una società sannitico-italica in fase discendente (90 a.C.), ma con ancora latenti potenzialità inespresse. Corfinium ci mostra come il Samnium sia il nocciolo profondo di quella che poi, successivamente, sarà la penisola italiana, con il suo Dictator (Meddix Touticus) Poppedio Silone che opera come cerniera di saldatura tra i Marsi e i Pentri.
Il Tempio di Quadri, nella sua monumentalità megalitica, è importante anche se secondario nella gerarchizzazione sannitica. I musei che si dislocano lungo questa traiettoria ci mostrano reperti a volte di notevole valore (tavolette ed iscrizioni epigrafiche), anche se non apportano modificazioni strutturali rispetto all’habitat consolidato.
Ma per avere il simbolo e l’allegoria somma dell’intero cursus della civiltà pre-romana ci dobbiamo spostare al Museo della Sovrintendenza di Chieti, dove campeggia l’impareggiabile ‘Guerriero di Capestrano’. Questa figurazione (come i ‘Bronzi di Riace’ per la Magna Grecia) riassume tutta la civilizzazione pre-romana: le spirali concentriche, le forme anatomiche, la testa dolicocefala, tutto ci induce ad individuare in lui lo spirito delle popolazioni sannitiche.
Speriamo che le ricerche e le investigazioni e gli scavi, che sono sempre in atto, ci facciano fare altri passi in avanti.
Prof.Pasquale Falasca - esperto storico locale
The temple structures and museums in Abruzzo and Molise
When it comes to carry out a survey on the overall archaeological reality of Abruzzo and Molise , we must consider this area as indivisible , homogeneous and unitary . From the standpoint of historical and historiographical , Abruzzo and Molise have had connotations morphological remarkably similar , if not identical , since the early days of colonization archetypal Oscan . The proliferation of Samnite tribes does not affect the territorial unity because the State has a confederal samniticum functionality ideological invariable. The same argument can work with regard to the next side of the Romanization . In Roman times , Abruzzo and Molise are part of the Fourth Province of Rome , called Voltinia . With Octavian Augustus diversifications related to territorial boundaries focused on localist particularism , are less and therefore the ethno-racial diversity exist only as a mode of residual atavistic .
The archaeological area of the sacred " Temples Italic " to Schiavi di Abruzzo , as pointed out the British scholar Edward Togo Salmon , is the ' symbolic model ' of the whole territory . Located within the oppidum of Cominium ( Komen -language Osca ) , a short distance away , as the crow flies , from the capital Pentra Aquilonia , this temple structure ( with the Temple and the Temple of A- more B- minor, aligned parallel ) , was , without a doubt, the center of gravity of the central military sphere and the religious sphere sannitico -Italic . Place of concentration and ritualization Confederate armies Samnite (issued by the League Samnite ) , this area of stylization ionic / Hellenistic / Italiot ( and micro veins Etruscan ) saw the presence of prestigious : Meddix Touticus ( Pontifex Maximus ) , in from Alvio Paccio , Gavius Pontius , Gaius Papius Mutilus . Central strategic crossroads , this territory was innervated , for many centuries, a vast necropolis (City of the Dead ) , of which only a tiny part has been brought to the surface . In the Museum of Slaves are a classification and display of funerary tombs of (a room or Capuchin ) , including the casing for the cremation .
In symmetrical perspective we find the archaeological area of Pietrabbondante ( the atavistic and glorious Bovianum Vetus ), is to point out that both the area of Cominium (Slaves ), and the monumental structure , sacred and theatrical Bovianum Vetus had the same architect and builder , or that Papius Mutilus that has left its inclusion in the hall of the Temple Less than Cominium . But the outdoor theater has a feature that “poliatrica” so “versatile” ; Theatre played a primary political task since it was the place of meeting of the representatives of all the tribes , the place where decisions were made by ' Two Chief World Systems ' ( the declarations of war , the laws, etc ) . The Tabula Osca agnonensis is the ' Rosetta Stone ' Samnite . It reveals the Arcana , the dislocation of Gods , the sacred groves of Diana ( hunter ) , in summary, the genesis of the Societas Safinos , giving us a definitional and incontrovertible evidence of the level of civilization of this people and rural warrior irreducible . So the Table Osca is the connective tissue , the binder epistemological , the interstices of the totality of the Samnite civilization (which has full correspondence with the other major lung sannitico - Campanian , or with the Civilization “irpina” whose engine geo- political capital and how Maleventum -Benevento .
Agnone is a vital center of gravity of the transition from social model Italic and Roman times . But , to understand the organic nature of the federation type Safinim is necessary to refer to the “Oppidum frentano” of Larino . In the Civitas Larino was located the only brand across the state Senate . but also the ' gladiatorial amphitheater , come to us in an excellent state of preservation. In addition to the challenges of gladiatorial shows , the arena was the backbone for exercise and training Samnite army . In this place occurred the strict selection for the soldiers destined for Loyal Linteata , the vanguard elite of the whole army . In Larino has formed the gladiator Spartacus , who, with his intelligence and his strategic genius , will bring Rome to the brink . Following this direction , we find the municipium of Trivento ( Terventum ) - Canneto. This settlement , marginal, and in the neighboring original phase , it will become progressively more and more central.
Canneto is a typical Roman settlement , high noble caste , we can observe, in a reasonable state of preservation, the stately home ( aristocratic patrician ) Roman in its kaleidoscopic facets
We must then think about Corfinium ( near Sulmona ) . that shows us how deep the Samnium is the kernel of what would later then it will be the Italian peninsula.
The Temple of Diamonds is also important if secondary hierarchy in the Samnite . The museums that are arranged around this trajectory findings show us sometimes of considerable value ( tablets and epigraphic inscriptions ) .
But to have the symbol and allegory sum of the whole cursus of the pre-Roman civilization we have to move to the Museum of the Superintendent of Chieti, where stands the incomparable ' Warrior Capistrano ' . This figuration (such as ' Riace Bronzes ' for Magna Grecia ) is useful to detect in him the spirit of the Samnite populations .
We hope that the research and investigations and excavations , which are always in place, make us take further steps forward.