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Turismo, diciamola tutta!
Gli aspetti enogastronomici o economici di un sito rappresentano un richiamo molto più forte di quelli paesaggistici e culturali.. La visione per cui il patrimonio culturale è il primo requisito di una località che ambisce a diventare una mèta turistica è ormai obsoleta. Oggi come oggi occorrono nuove strategie . Le Associazioni, i Comuni con grossi sacrifici ed impegno organizzano eventi culturali che cercano di 'contabilizzare' un nutrito numero di turisti: dalla presentazione di un libro alla mostra di un pittore; da un concerto sinfonico alla visita di un museo. Ma non sempre il risultato è quello che si desidera. In quale direzione muoversi? Il binomio perfetto è cultura+enogastronomia e enogastronomia+cultura. Può sembrare la stessa cosa ma non è cosi.
Partecipare ad un evento culturale risulterebbe più appetibile se si collocasse in un contesto enogastronomico. Nutrire la mente con un occhio di riguardo al palato! E, a dire il vero, è una prassi che viene utilizzata in tanti piccoli centri. Viceversa la partecipazione ad un evento enogastronomico, risulta quasi sempre fine a sè stesso. Richiama più partecipanti che, insaziabili, accorrono mossi dalla curiosità delle proposte culinarie e dalla qualità del cibo. Stop! Ed è a fronte di questo' spettacolo' di prodotti, di portate, di assaggi dovrebbe entrare prepotentemente in scena la cultura manifestandosi attraverso metodi nuovi , come la proiezione con slide di una mostra, o di un museo o di un libro o di una località con voce narrante, interagendo con il pubblico. Diversificare perché no? Se Maometto non va dalla montagna è la montagna ad andare da Maometto!
Insomma per ridare slancio ai flussi turistici occorre una maggiore integrazione tra le politiche culturali e quelle per il turismo, soprattutto per quello che a fatica si cerca di richiamare nei piccoli borghi dell’Abruzzo e del Molise.