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03/06/2013, 22:48

Conoscere il cibo non solo attraverso il sapore ma anche attraverso la sacralità

Tra tradizioni, fede e ritualità FOTO

In occasione del 450° anniversario della nascita di San Francesco Caracciolo, si è tenuto nella Patria dei Cuochi e precisamente  all’Istituto IPSSAR ‘G.Marchitelli’di Villa Santa Maria (Ch) un convegno incentrato sulla ‘Sacralità del Cibo’.  Sono intervenuti  la dott.ssa Thea Rossi che ha delineato il cibo, le tradizioni e i riti in chiave antropologica; la prof.ssa Adele Cicchitti che ha ripercorso la ritualità del cibo attraverso la ciclicità dell’anno; la dott.ssa Alessandra Gasparroni  che ha curato l’aspetto sacro con riferimenti ai Santi invernali (San Biagio, Sant’Antonio abate,San Sebastiano). Di spiccato insegnamento cristiano è stato, invece, l’intervento di S.E. Edoardo Menichelli – Arcivescovo di Ancona-Osimo – e Padre Raffaele Mandolesi dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori  sulla fame nel mondo e il legame tra cibo e sacro nell'istituzione eucaristica, in cui Gesù fa del "pane" e del "vino" il memoriale della sua morte e della sua risurrezione . Ha moderato  il dirigente scolastico prof. D’Ercole.

Il cibo… che consacra il Pane all’eccellenza nella concezione contadina, simbolo di fertilità. Il cibo… che attraverso il percorso dell’alimentazione dal locale al globale,  ne evidenzia  la tradizione legata alla cultura di un territorio e dove la natura antropologica  assume valenze simboliche. Allontanarsi dal concetto di cibo inteso come nutrimento, evidenziandone la natura di costruzione culturale elaborate dalle comunità nel corso dei secoli. Ciò che mangiamo è il frutto della storia della razza umana. L’importanza, quindi, delle basi alimentari per lo sviluppo di culture complesse.  Il cibo… rivelatore di un’identità etnico-culturale e sociale di un gruppo nonché di un’identità religiosa ed economica che và oltre la materialità del cibo in quanto tale. Chi non ricorda le espressioni che sfidano il trascorrere del tempo come ‘mangiare pane a tradimento’ e ‘guadagnarsi il pane’ che rientrano in un linguaggio comune attinente all’aspetto socio-economico.

 Il bisogno di sacralità, poi, che giace nascosto nel profondo dell'essere umano di ogni cultura e di ogni tempo, ha necessità di rendersi visibile e di penetrare all'interno della storia e nel senso della vita stessa e spinge l'uomo a realizzare segni materiali, concreti rappresentati non solo da opere, simulacri,oggetti ma anche dal cibo, dal pane.

 Il Pane come identità religiosa  affonda le sue radici negli aspetti devozionali del culto. Come il culto di San Biagio in Abruzzo, protettore della gola, la cui festività è sovente caratterizzata dall'uso del pane, che assume forme a ciambella o tarallo ad indicare, appunto,   l’annodo all’aspetto sacro e che viene ingoiato e pertanto benedetto. Ancora le ‘panicelle’ di San Biagio (prodotte a Taranta Peligna), forme di pane che presentano delle scanalature che possono indicare sia le dita del Santo sia il pettine di ferro  che veniva usato per togliere le impurità dalla lana , nonché strumento di martirio di San Biagio. Della vita sociale e religiosa dell'antichità viene messo a fuoco soprattutto il pasto sacrificale, in cui si intrecciano la rievocazione di antichi rituali collettivi, la riaffermazione delle gerarchie sociali, il rapporto di comunicazione e scambio con il divino.

Ma come ogni cosa che si ripete anche il cibo segue una sua ritualità nei cicli dell’anno . Nella cultura tradizionale, il ciclo dell'anno è segnato da una precisa serie di ricorrenze e rituali sacri. Il primo ciclo dell’anno inizia a Novembre con il banchetto in onore dei morti e con i mostacciuoli come dolce rappresentativo; Dicembre con il Natale; Gennaio con Sant’Antonio Abate e la tradizione del maiale; Marzo con la Pasqua e la nascita dei frutti della terra. E il ciclo si ripete. Il ritorno agli antichi riti stagionali è più di un gesto simbolico, è un modo per ricordare a noi stessi il naturale ordine delle cose e darci l’opportunità di accrescere la nostra consapevolezza della natura e la sua tutela.

Per non venire meno al tema del convegno,  gli studenti dell’Istituto sotto la supervisione di rinomati Chef, hanno dato vita ad una revisione della Panarda, l’antico banchetto conviviale, con portate dai sapori e colori che solo la Terra può regalare, ma la portata che meritava più attenzione era lì, ferma, in attesa di essere assaggiata: il Pane..con le sue forme, i suoi sapori, la sua sacralità.

Franca Nocera