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09/03/2017, 11:54

La riflessione di alcune imprenditrici abruzzesi che non le ha viste partecipi alla giornata mondiale della Donna.

Non si può parlare di festa per le aziende agricole femminili che sono state colpite dal sisma e dal maltempo di gennaio. Per loro, l’8 marzo, è un segno delle difficoltà quotidiane da affrontare, paura per il futuro e voglia di riscatto. Tra le tante, la storia della giovane teramana Emanuela Ripani presidente di Coldiretti Teramo. “Festeggiamenti? Non se ne parla nemmeno - ci dice la Ripani, imprenditrice agricola e agrituristica abruzzese di Pietracamela. “In tempi normali il punto vendita e di ristoro aziendale è un luogo di incontro e di allegria, ma quest’anno è chiuso. Tutto è fermo e non abbiamo avuto alcuna prenotazione per l’8 marzo. Quindi rifletteremo in famiglia sul significato di una ricorrenza che vede le donne, anche quelle del terremoto, protagoniste. Continueremo l’attività di sempre, anche se il caseificio è chiuso per mancanza del latte delle pecore che sono ancora stressate dal terremoto e dal freddo di gennaio. Per fortuna ci saranno nascite di agnelli – sostiene Emanuela – che per noi, avvicinandosi il periodo pasquale, rappresentano una garanzia di continuità del lavoro”.

“Preoccupazioni e speranze che accomunano tante ragazze e tante imprenditrici abruzzesi – commenta Chiara Ciavolich, presidente di Coldiretti Pescara – donne che, nonostante abbiano l’azienda compromessa, continuano a lavorare perché non vogliono abbandonare il territorio ma chiedono semplicemente che vengano loro garantite le condizioni per poter restare. Il mio 8 marzo è dedicato a loro”.

E per finire l’augurio di Manuela Vellante, di Pescara, neoeletta responsabile Coldiretti Donne Impresa Abruzzo. “L’8 marzo dovrebbe essere una giornata di riflessione – aggiunge la responsabile di Coldiretti Donne Impresa - in Abruzzo c’è molto da ricostruire e da salvare e le imprenditrici donne daranno sicuramente il proprio concreto contributo alla ricostruzione. Il vero problema per ripartire non è però nella volontà ma negli ostacoli che si incontrano. E per le imprese agricole, il primo ostacolo è sempre la burocrazia”.

 

redazione