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17/04/2012, 16:56

Duro, dorato di ariste nere – Il grano di Cappelli

a cura di Serena Giannico (da ‘Terra e Cuore’ 2008)

L’Abruzzo vanta una moltitudine di ‘diversità’ biologiche ma anche un’autentica gamma di prodotti agroalimentari, i quali, sintesi di fattori naturali e culturali, sono sopravvissuti all’uniformarsi della moderna società e rappresentano i sapori e i profumi di un tempo, a testimonianza della millenaria cultura contadina. Parola dell’ Arssa (Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo) che, seguendo tale approccio, ha avviato un progetto volto alla riscoperta dei “Cappelli”, varietà di frumento duro, il quale – spiega uno studio – anche per via del sostegno attivato in passato dalla Politica agricola comunitaria (Pac), ha surclassato glii altri cereali (frumento tenero, orzo, avena, mais). Esso, infatti, per un periodo ha trovato in vari tratti della regione, e in particolare sulla collina e sulla fascia costiera della provincia di Chieti, vigore e pienezza che si esprime con produzioni di qualità. Purtroppo negli ultimi anni – sottolinea De Falcis, direttore generale dell’Arssa – a causa dei cambiamenti nelle politiche di  supporto europee, c’è stata una riduzione degli investimenti e degli ettari destinati al grano duro, con una conseguente profonda crisi di settore. Per ciò occorrono strategie in grado di intervenire sulle problematiche strutturali, sull’introduzione delle innovazioni e dirette a tutelare e ad esaltare la tipicità della specie anche attraverso l’attivazione di sistemi di produzione caratterizzati da un’efficace gestione della tracciabilità e con un alto grado di sicurezza alimentare. In quest’ambito s’inserisce il programma che punta alla valorizzazione dei “Cappelli” e del pane e della pasta ricavati dall’omonima farina.

Il nome “Cappelli” ai più non dirà niente, ma molti ricorderanno il filmato storico con cui Benito Mussolini lo falciava e raccoglieva. E’ il grano così chiamato in onore del senatore abruzzese Raffaele Cappelli, promotore nei primi del ‘900 della riforma agraria che ha portato alla distinzione tra grani duri e teneri. E’ un frumento duro, dotato di ariste bruno-nere, i filamenti che si vedono nelle graminacee, ottenuto per selezione genealogica a Foggia, nel 1915, dall’agronomo Nazareno Strampelli. Per decenni è stata la coltivazione più diffusa a sud e nelle isole. UN primato mantenuto fino al diffondersi delle varietà più produttive e più basse. Il “Cappelli” che viene seminato in  autunno e raccolto in luglio, è ‘singolare’: le sue spighe – dice Ignazio Barducci, imprenditore agricolo di Atessa- svettano per più di un metro e ottanta con culmi forti, semipieni e che raggiungono i 150 centimetri. La notevole altezza ha reso questa varietà difficile da lavorare perché a rischio di continuo allettamento – il coricamento dovuto al vento o alla pioggia- ,quindi richiede abilità ed esperienza. E’ una sfida continua. Ha 19-21 spighette fertili contro le 15-20 del grano duro in genere e un numero di cariossidi (i frutti) che va da 40 a 60 per spiga. Essa è quadrata,bianco-bionda. Le cariossidi sono invece giallo ambra e dal peso notevole: 58 grammi per 1000 cariossidi. Nel secolo scorso,in breve, ebbe veloce diffusione. Nel Chietino copriva vasti appezzamenti un po’ ovunque, perché la maggior parte del territorio è protetto,dalla catena montuosa della Majella, dalle perturbazioni da ovest. Le temperature quindi rimangano abbastanza costanti e le distese di grano ne vengono favorite. Il “Senatore Cappelli” si affermò per le proprie peculiarità, migliorative rispetto alla varietà fino ad allora sconosciute, ma anche per la pratica, tra le famiglie contadine, di scambiarsi il lievito madre –naturale- che non era altro che un pezzo di pasta del giorno precedente che, inglobato nell’impasto fresco, permetteva di far lievitare la farina della nuova miscela.

La bassa resa -da 15 a 28 quintali per ettaro-  ne ha causato la sostituzione verso la fine degli anni 60. Circostanza che non va ad oscurare l’importanza di questa varietà – che non ama troppi additivi, diserbanti e concimi – nel panorama della cerealicoltura mondiale. Quasi tutti i breeder che si occupano di frumento duro hanno utilizzato il “Senatore Cappelli” come parentale per le nuove varietà che, quindi, lo annoverano come ascendente. Recentemente è stato riscoperto ed è stato reiscritto nel Registro Nazionale della varietà. E’ stato inserito tra i ‘prodotti tradizionali’ d’Abruzzo  ed è possibile trovarne nicchie di coltivazione nel medio e alto Sangro e sui pendii dolci del comprensorio frentano  e del Vastese. Nel 2007, racconta Roberto Martelli ,mugnaio di Lanciano che ha ereditato l’attività dal nonno il quale aveva ottenuto la prima licenza nel 1901, speravamo nella produzione di un’abbondante quantitativo di ‘Cappelli’ che è davvero speciale. Ma la siccità ha dimezzato le aspettative. Il pane che si ricava , grazie alla lievitazione naturale e agli enzimi posseduti, presenta proprietà organolettiche di pregio. Emana una fragranza intensa. Ha un sapore leggermente acidulo. E’ ricco di fibra grezza, proteine e carboidrati, e allo stesso tempo povero di grassi. Indicato per tutte le età e in speciale modo per chi deve tenere sotto controllo l’indice glicemico. E’ digeribile e facilmente assimilabile, si conserva a lungo senza perdere le proprie caratteristiche. E’ molto ricercato, ma spesso introvabile. Ragioni- evidenzia Travaglini, funzionario Arssa, che ci hanno indotto ad avviare un percorso che prevede azioni finalizzate all’incremento della sua produzione – che presto  dovrebbe sfiorare i 1500 quintali – tramite la costruzione di una micro filiera locale in grado di dare visibilità al prodotto, di garantire la provenienza dei componenti primari e consumatori. A tal scopo è stato predisposto un regolamento al quale le aziende che aderiscono all’iniziativa devono attenersi. Inoltre è stato sottoscritto un accordo interprofessionale tra il mondo della produzione, che supportiamo tecnicamente, e quello della trasformazione e della vendita’. Sedici le imprese agricole finora coinvolte: esse,utilizzando semi originali ‘Cappelli’ selezionati e certificati dall’Ente nazionale sementi elette, procurano la materia prima. Mentre la successiva fase di trasformazione e messa sul mercato del prodotto vede protagonista l’industria Molino Alimonti di Ortona, che ricava la semola, e l’Associazione panificatori della provincia di Chieti, scesa in campo con trenta laboratori artigianali. Fatturato e risorse rimangono ll’interno dei confini regionali e il prodotto può rappresentare un’ulteriore opportunità per il turismo gastronomico, salutare per il nostro sistema economico. Ruccolo presidente dell’Associazione provinciale panificatori, insieme alla camera di commercio di Chieti, sono impegnati nella promozione e divulgazione del pane ‘Cappelli’ e nell’iter, presso il ministero per le Politiche agricole, per il riconoscimento  Igp, ovvero il marchio di tutela europeo.

pane cappelli