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18/03/2012, 14:18

La Ferrovia che non c’è più:Costa Teatina, un museo naturale a cielo aperto

a cura di Michele Tana (da 'Terra e Cuore' 2007)

Metti un pomeriggio di gennaio insolitamente sereno e tiepido. Sorpresa e stupore per uno degli angoli più belli e caratteristici della splendida costa teatina. La quiete del mare che nemmeno ad agosto…,gli scogli accarezzati dalle onde, un sole soltanto in minima parte “offuscato” da una leggera e quasi impercettibile foschia, il trabocco – l’ultimo della costa da nord verso sud – che quasi assume un aspetto ancora più maestoso. L’unica definizione che riesco a dare è questa: un autentico museo naturale a cielo aperto. La “location” in questione è VASTO, ma potrebbe benissimo essere qualsiasi altro comune di una costa davvero baciata da “Madre Natura”. Una costa della quale, in tante occasioni nel corso degli ultimi mesi, si è sentito parlare. Tra ipotesi di parco nazionale ed altre di riserva naturale, per qualche tempo, si è rischiato grosso di arrivare a confondersi, anche magari perdendo di vista quello che deve essere il prioritario obiettivo (la tutela reale) che deve sottendere a qualsivoglia azione di utilizzo dell’area. Una fascia costiera che, già di per sé meravigliosa ed in alcuni suoi punti a dir poco mozzafiato per lo scenario che riesce a creare, ha da qualche tempo a questa parte acquisito ancora di più valenza ed importanza alla luce della dismissione del tracciato ferroviario adriatico che ha di fatto liberato una lunga ‘lingua’ che per più di quaranta chilometri unisce Ortona fin quasi al confine tra Vasto e San Salvo. Si è discusso, di come poter utilizzare ed in qualche maniera valorizzare questo straordinario percorso, qualche metro di terra una volta ‘occupato’ da massicciata, binari e pali della corrente, parallelamente a quanto di unico ed incantevole si sviluppa nelle vicinanze di esso: spiaggette strappate al mare, colline dove nascono e vegetano finanche ulivi, ponti che sembrano affacciarsi su ombrelloni sparsi qua e là. L’approvazione all’unanimità, in commissione regionale Ambiente, della proposta di legge “Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della costa teatina” che intorno al tracciato ferroviario dismesso, individua un sistema di aree protette direttamente collegate, sembra aver messo tutti d’accordo. Il progetto istituisce le riserve Ripari di Giobbe, Punta dell’Acquabella, Grotta delle Farfalle e Marina di Vasto unite funzionalmente attraverso l’ex tracciato ferroviario con altre riserve già esistenti tra le quali quella di Punta Aderci di Vasto. Tutela e valorizzazione. Ma le aree in questione devono anche poter rappresentare una leva per lo sviluppo. L’obiettivo è quello di far crescere un turismo di qualità che salvaguardi sì i beni naturali, ma getti pure un occhio alla possibilità di far crescere una comunità .La ferrovia sulla costa non c’è più, ma altri treni non sembrano mancare, con una destinazione che porta il nome sviluppo. Uno sviluppo che, però, non ndovrà prescindere da quel museo naturale a cielo aperto che su questa costa è già ben visibile ed individuato. Questo vero, autentico tesoro nessuno dovrà mai comprometterlo.