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16/11/2014, 17:42

Ceramica raku al Museo Barbella di Chieti

Le alchimie del Maestro Giuseppe Liberati

Sabato 15 novembre alle 16,00 nello spazio antistante il Museo Barbella di Chieti si è tenuta una spettacolare ed interessante dimostrazione di realizzazione di ceramica raku da parte del Maestro ceramista Giuseppe Liberati, il quale ha affascinato il pubblico presente con una tecnica di origine giapponese che coniuga tre elementi naturali: fuoco, terra, acqua.

L’appuntamento è stato organizzato dall’associazione Officina d’Arte, in collaborazione con il Museo Barbella, il Comune di Chieti, la Fondazione Carichieti, la Provincia di Chieti nell’ambito del progetto “Benvenuti al Museo Barbella”, finalizzato al rilancio e riqualificazione dello storico sito culturale di via Cesare de Lollis. Obiettivo del progetto è incrementare l’utenza del Museo e avvicinare al mondo dell’arte un target di persone sempre più ampio.

Il Museo, ubicato nel palazzo seicentesco Martinetti Bianchi, vanta una collezione di opere d’arte che vanno dal XIV secolo ai nostri giorni e opere letterarie, come il testo originale de “La Figlia di Iorio” di Gabriele d’Annunzio. Il palazzo, il più antico della Città, lo si fa risalire al 1573, quando il nobile teatino Donato Alucci donò le sue opere al Collegio dei Gesuiti, attuale sede del Museo.

In questa cornice si colloca l’evento di sabato, che ha visto Giuseppe Liberati (e il figlio Lorenzo) dare una dimostrazione di questa antica tecnica, detta appunto “raku”- che può presentare delle varianti - che consiste sostanzialmente nel portare a cottura i manufatti in argilla, precedentemente preparati, inserendoli in un apposito forno scaldato fino alla temperatura di 930 gradi circa, e sottoporli poi alla riduzione di ossigeno seppellendo i manufatti stessi in un impasto di foglie secche e segatura, ed infine determinare una reazione termica con la loro immersione nell’acqua.

Difficile descrivere con le parole questi passaggi e i risultati ottenuti. Certo è che la maestria e l’abilità di “Peppino” Liberati è stata tale che ha incantato il pubblico di curiosi visitatori e artisti presenti, ammaliati dallo sfavillio dei pezzi incandescenti estratti dal forno e dalle fumate e vapori che si creavano per gli sbalzi termici.

Se si tratti di artigianato o di vera e propria arte ceramica è difficile dire essendone il confine assai sottile. Certo è che Liberati è un maestro come artigiano e come artista, capace com’è di utilizzare la materia e portarla al risultato da lui previsto. È così che trasmette sensazioni intense, che lascia incantati davanti ad opere che attraggono al di là del tema e del titolo, liberando l’immaginazione del fruitore, il quale viene sollecitato a prenderne parte e ad apprendere quest’arte che affascina da sempre chiunque. E’ così che si esce avvinti, coinvolti e sconvolti dalla sua bravura. Nascono opere che sono autentiche emozioni plastiche che ricalcano il diverso spettacolo della natura: la terra arsa dal sole o vangata dal contadino, le diverse marine e la pioggia, la forza del vento, le emozioni vulcaniche o semplicemente le albe ed i tramonti infuocati del sole (Maria Augusta Baitello). Terra, acqua, fuoco: sono da sempre fonte d’ispirazione per Liberati, componenti che ritroviamo tutte nella sua ceramica raku.

La natura e i suoi elementi sono il filo conduttore di tutta la creatività di Liberati, una delle personalità più interessanti della tradizione ceramica della scuola di Rapino (Vincenzo Centorame). La sua attività creativa onora la nostra terra, porta avanti, insieme ad altri, innovandola, la tradizione di un arte ceramica che tanto ha significato per il nostro Abruzzo, testimonia il coraggio lungimirante dell’imprenditore, racconta la storia di un uomo e della sua famiglia che stanno scrivendo pagine importanti da leggere oggi e nel futuro (Federica Carpineta).

Molte di queste ceramiche potranno essere ammirate nella sua personale al Museo Barbella che si inaugurerà il 6 dicembre alle 18,00 circa. Le opere saranno esposte fino al 9 gennaio e potranno essere viste negli orari di apertura del museo.

Nello stesso museo attualmente è in corso una mostra di pittura e di scultura “Artinsieme”, a cura dell’associazione Movimento del Guardare Creativo di Chieti, presieduta dalla pittrice Gabriella Capodiferro. E’ possibile comunque visitare anche la sezione d’arte moderna del museo dotata delle pregevoli tele del settecento napoletano e veneto e le opere degli artisti abruzzesi più famosi quali de Laurentiis, F.P. Michetti, F. Palazzi, B. Cascella, C. Barbella ed altri. E la sezione d’arte contemporanea in cui sono esposte opere provenienti dal Premio Michetti che si svolge ogni anno a Francavilla al Mare, in particolare le tele di artisti quali Memmo, Di Fabrizio, Marcantonio, Falconi, Mezzanotte, Ercole e le opere di Aligi Sassu, Giorgio de Chirico e Renato Guttuso, recentemente donate al museo dal gallerista di origine abruzzese Alfredo Paglione.

Foto di Leonardo Paglialonga

Leonardo Paglialonga